L’assenza di Marc Marquez ha dimostrato una tesi da sempre sostenuta dalla Ducati: la Honda è dipendente dal suo fuoriclasse.
Ducati lascia il campionato 2020 con il titolo costruttori, ma non può ritenersi soddisfatta. La mancanza di feeling con la nuova carcassa posteriore Michelin ha sbilanciato la Desmosedici, in particolare i piloti factory Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci. L’assenza di Marc Marquez doveva essere una possibilità da sfruttare, invece ad approfittarne ci ha pensato la Suzuki di Joan Mir.
Purtroppo lo stop per Coronavirus non ha consentito al marchio emiliano di lavorare adeguatamente sul prototipo 2020, ma con i dati raccolti nella passata stagione si può correre ai ripari per adeguare la Rossa in termini di bilanciamento. Ma l’assenza del campione di Cervera ha evidenziato anche un aspetto che in Ducati hanno sempre sostenuto: la Honda RC213V non è una moto invincibile ed è fortemente dipendente da Marc Marquez. Nel 2019 è riuscito a vincere senza dover adottare le ultime novità in materia ingegneristica, come il dispositivo holeshot e lo spoiler sulla ruota posteriore, comunemente adottati da tutti i costruttori.
Una dimostrazione in più che il Cabroncito sa fare la differenza. “Quando metti in gioco Marc Marquez noi parliamo di un pilota eccezionale. Non voglio deludere nessuno in Honda – ha detto Paolo Ciabatti in un’intervista a Speedweek.com -. Ma penso che la stagione 2020 abbia dimostrato che Marc Marquez ha fatto una grande differenza in Honda per tutti questi anni”, sottolinea il direttore sportivo di Ducati Corse. “Nakagami era il miglior pilota Honda. Alex Marquez ha sicuramente mostrato buone prestazioni nell’ultimo terzo della stagione, soprattutto ad Aragon, è stato super competitivo. Lo stesso vale per Stefan Bradl, che è diventato sempre più forte alla fine della stagione. Ma non si può negarlo: Marc è da sei o sette anni la figura chiave del team ufficiale Honda”.