Da un’apparente semplice bravata a qualcosa di grave. Il gesto di Mazepin fa perdere uno sponsor alla Haas.
Se chi ben comincia è già a metà dell’opera, allora per Nikita Mazepin si sta mettendo davvero male. Il video borderline in cui palpeggia una ragazza semi-nuda in evidente stato d’alterazione alcolica non smette di far discutere.
Come più volte riportato dal web una sola voce comune è sorta viva e vibrante domandando la cacciata istantanea del pilota russo, già in passato protagonista di atti sessisti e razzisti. Sollecitata la FIA tramite una petizione affidata all’ormai noto canale Change.org, la Haas di tutta risposta aveva ribadito la piena fiducia nei confronti del biondo appena promosso nella massima serie.
Adesso però qualcosa potrebbe cambiare. Il fiume di critiche riversate sulla scuderia americana ha evidentemente spaventato gli sponsor ed è notizia di questo lunedì che il marchio d’abbigliamento Jack & Jones se l’è data a gambe.
D’altronde in un momento come questo in cui tutto il mondo sta cercando di unirsi in nome dell’eguaglianza e del rispetto reciproco, lasciar correre come niente fosse un atteggiamento perlomeno criticabile (ndr. che la donna fosse consenziente o meno) pare inopportuno e anacronistico, anche perché gareggiare in F1 significa guadagnare tanto e farsi pubblicità. Per questo è lecito domandarsi se tra tutti i driver disponibili, quella del moscovita sia la strada giusta da intraprendere.
“Vogliamo prendere le distanze dal comportamento tenuto dal futuro portacolori Haas in un breve filmato pubblicato sulle piattaforme sociali il mese scorso”, si legge sul comunicato pubblicato dal partner del team sulla propria pagina Twitter.
JACK & JONES takes distance from the behavior of upcoming Haas F1 Team driver Nikita Mazepin in the video posted on social media earlier this month. Our partnership with Haas F1 Team was always due to end at the conclusion of the 2020 season. No further comments shall be made.
— JACK & JONES (@JackandJonesTM) December 31, 2020
“La nostra collaborazione avrebbe dovuto terminare a fine 2020, in ogni caso abbiamo deciso di rinnovarla. Da parte nostra non ci sarà più alcun commento”, l’aspra conclusione del messaggio. Probabilmente non l’ultimo della serie su questa spinosa questione.
Chiara Rainis