Per la terza volta in carriera Alonso tornerà a correre per la Renault e adesso tutti si chiedono se riuscirà a tenersi lontano dalle polemiche.
I cinque anni in Ferrari (2010-2014) erano già stati una sofferenza. Partiti sotto i migliori auspici con una presentazione altisonante, si rivelarono ben presto fallimentari. Vero è che in tre occasioni Fernando Alonso si laureò vice-campione del mondo, ma avendo altri obiettivi decise di virare verso la McLaren che, nel 2015, si stava riunendo alla Honda nella speranza di replicare le glorie di epoca Senna-Prost. Anche qui però, lo spagnolo non cavò un ragno dal buco, al contrario si rese protagonista di schermaglie interne peggio di quelle vissute a Maranello, con accuse pubbliche alla squadra e soprattutto al motorista nipponico, reo di non fornire un propulsore competitivo.
Il resto, come sapete, è storia. Rimasto senza sedile e costretto a due anni di pensionamento forzato intervallato da presenze in IndyCar, nel WEC e alla Dakar, il Samurai ha firmato per rientrare nel Circus, per la terza volta nel suo percorso agonistico con la Renault.
Avrà fatto bene a riprovarci a 39 anni suonati? Oppure starà buttando via tempo? Per adesso non lo sappiamo. L’unica certezza è che in molti temono il suo carattere. Hanno paura di vederlo replicare le uscite infelici, a favor di media, del passato, e incrinare i rapporti con il severo boss della Losanga Cyril Abiteboul. Allo stesso modo alcuni non lo vedono di buon occhio.
“Ha avuto già le sue chance. Così sta portando via il sedile ad un giovane”, ha dichiarato critico a Motorsport Magazine l’ex F1 Martin Brundle. Per il 61enne, il rischio è che replichi i comportamenti sopra le righe del passato. “Valeva più di due titoli iridati, ma ha sprecato il suo talento. Si è perso in troppi battibecchi con le proprie scuderie e ne ha pagato le conseguenze”. La maturità e le stagioni passate ad osservare gli altri correre saranno serviti da lezione?
Chiara Rainis