Davide Brivio racconta l’evoluzione della Suzuki GSX-RR, la moto vincente che ha vinto il titolo 2020 e attira l’ammirazione degli avversari.
La vittoria di Joan Mir e del team Suzuki Ecstar hanno inevitabilmente focalizzato l’attenzione sul prototipo GSX-RR, in grado di fare passi avanti più grandi degli altri cinque costruttori. Una moto non eccessivamente potente e, probabilmente, questo è uno dei segreti vincenti.
La concorrenza ha elogiato il pacchetto di Hamamatsu, in particolare Fabio Quartararo che in più di una occasione l’ha definita la moto perfetta. “Non sono un ingegnere, ma dal mio punto di vista la Suzuki è probabilmente una delle moto più semplici senza parti eleganti. Suzuki e Honda sono le moto più semplici”, afferma Davide Brivio. “Non abbiamo molte cose, abbiamo aggiunto solo lo ‘Start Device’ l’anno scorso. Non abbiamo un ‘regolatore dell’altezza di marcia’, non abbiamo molte cose”.
Motore e telaio della GSX-RR
All’interno del box si scherza tra meccanici e tecnici sulla semplicità della GSX-RR. “A volte i nostri meccanici scherzano sul fatto che abbiamo una moto di serie, una moto da strada”, ha rivelato con un sorriso il team manager italiano. “Ma dicono che siccome è molto facile lavorare, è facile da montare. È veloce quando vuoi cambiare qualcosa, cambiare un motore… non so se è una chiave, ma è sicuramente un vantaggio”. Davide Brivio elogia il lavoro svolto dalla casa giapponese, non solo nelle competizioni. “In Suzuki ho trovato un ottimo know-how sui motori. Puoi vedere che nelle moto di serie hanno sempre prodotti di alta qualità. Questo si riflette anche nelle corse. Sono bravi anche con il telaio e il nostro è un po’ diverso dagli altri”.
Per quanto concerne il telaio si tratta di un progetto sviluppato nel 2014 insieme a Randy de Puniet e che ha subito piccole modifiche nel corso degli anni. Hanno invece radicalmente cambiato il progetto del motore. Nel 2011, l’anno del ritiro, Suzuki adottava un V4, al rientro in classe regina hanno optato per il 4 cilindri in linea. “Suzuki voleva combinare il più possibile ciò che vendono con ciò che portano nelle corse. Corriamo per sviluppare tecnologie – ha concluso Davide Brivio a Speedweek.com – e promuovere il marchio”.