Marc Marquez sta ancora cercando di recuperare dall’infortunio. La legge però gli permetterebbe addirittura di fare causa ai propri medici.
Marc Marquez anche ad inizio 2020 era partito con i favori del pronostico, ma tutto è sfumato per lui alla prima gara. Dopo un piccolo errore che lo aveva fatto scivolare nelle retrovie, infatti, lo spagnolo è stato autore di una rimonta pazzesca che lo aveva portato sino al podio. Proprio sul più bello però è caduto con il braccio che è rimasto impigliato sotto la moto causandogli un serio infortunio.
A quel punto tutti pensavo di rivederlo in pista dopo qualche mese, ma lui incredibilmente si è ripresentato in moto a distanza di pochi giorni. A quel punto però, il dolore insopportabile, lo ha costretto ad alzare bandiera bianca e soprattutto a sottoporsi ad un nuovo intervento. Come se non bastasse però, alla fine del 2020 si è dovuto sottoporre ad una terza operazione. Insomma un vero e proprio disastro.
Tanti errori nel processo di recupero
In questi mesi molti eminenti medici nostrani come Costa o Pascarella, che in passato hanno rimesso in piedi tanti grandi campioni in poche settimane, hanno criticato l’atteggiamento assunto dai colleghi che si sono occupati di Marquez.
Come riportato da “Motosprint”, l’avvocato Federica Costa, ha provato ad analizzare la situazione da un punto di vista legale: “Il pilota ha provato a ripartire. Atteggiamento comprensibile. Però è chiaro che qualcuno al di sopra di lui gli ha dato la possibilità di fare ciò dichiarandolo fit e quindi idoneo”.
L’avvocato ha poi proseguito: “Credo che le principali responsabilità siano dell’equipe medica e di chi ha espresso parere favorevole affinché il pilota corresse. Team e pilota potrebbero avanzare pretese risarcitorie proprio verso questi specialisti per il solo fatto che abbiano attuato scelte inopportune”. Insomma, a quanto pare, Marquez avrebbe tutte le carte in regola per fare causa ai medici che lo hanno seguito nella prima parte del processo di guarigione che è stato oggettivamente fallimentare.
Antonio Russo