Iannone continua a manifestare la propria rabbia per la squalifica per doping e attacca le regole previste dalla WADA.
La carriera da pilota di Andrea Iannone è fortemente compromessa dopo la squalifica di quattro anni per doping. L’abruzzese ha 31 anni e difficilmente potrà tornare a correre a certi livelli quando avrà scontato la sanzione.
Sono in molti a ritenere ingiusta la condanna nei confronti di The Maniac. La WADA ha visto accogliere la propria richiesta dal TAS di Losanna, al quale a sua volta aveva fatto ricorso Iannone per farsi annullare la precedente sospensione di diciotto mesi inflittagli dalla FIM. I giudizi in Svizzera non hanno accolto il suo appello e si è configurato lo scenario peggiore.
Dal 1° gennaio se un atleta viene trovato positivo a droghe, rischia una squalifica di soli tre mesi. Se si dimostra pentito e accetta di prendere parte a un programma di recupero, la sanzione viene ridotta a un mese.
Iannone sul suo profilo ufficiale Instagram ha pubblicato una storia nella quale commenta così questa nuova regola della WADA: «Sempre più incredulo. Positivi alla cocaina tutto ok, mentre gli innocenti vengono condannati a 4 anni. Complimenti».
L’ex pilota Ducati, Suzuki e Aprilia fa ovviamente riferimento al suo caso. Si è sempre detto innocente, poiché vittima di una contaminazione alimentare. Non ha assunto doping volontariamente. Una tesi che, però, il TAS di Losanna ha respinto.
Ha vinto la WADA, che ritiene le droghe sostanze non in grado di alterare le prestazioni sportive e quindi i risultati delle competizioni. Per questi casi le pene sono basse, invece quando si tratta di doping il discorso cambia.
In passato chi veniva trovato positivo alla cocaina poteva prendere quattro anni di squalifica, ridotti a due se l’assunzione avveniva lontana dalla gara. Ma c’è stato un cambio di regolamento e l’Agenzia Mondiale Antidoping è finita al centro di alcune critiche, comprese quelle di Iannone.
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