Il team principal della Haas, Guenther Steiner, definisce “un onore” ma anche “una pressione” l’ingresso in squadra di Mick Schumacher
Un salto di qualità dal punto di vista dell’immagine, ma anche la possibilità di scrivere una pagina di storia della Formula 1. Già, perché è destinato indubbiamente ad entrare negli albi del massimo campionato automobilistico il momento del ritorno di un cognome che ha segnato la leggenda di questo sport, come quello di Schumacher.
A riportarlo sulla griglia di partenza del Mondiale a quattro ruote sarà il team Haas, che schiererà Mick Schumacher, figlio del sette volte campione del mondo Michael, a fianco di un altro debuttante, il russo Nikita Mazepin. E il team principal Guenther Steiner si dice fin d’ora convinto del valore di questo ingaggio.
“Il nome Schumacher, grazie a Michael, è una leggenda in Formula 1“, spiega Steiner ai microfoni del sito specializzato internazionale Motorsport. “Avere suo figlio in squadra è fantastico, credo che per noi sia un onore. Se ripensiamo a quando Michael correva, aveva intorno un’aura, e ora abbiamo suo figlio nel nostro team. Questo è un onore, ma ci porta anche molta pressione: di questo sono pienamente consapevole, non mi faccio illusioni. Siamo una scuderia giovane, facciamo cose giuste e commettiamo anche errori, ma cerchiamo sempre di dare il massimo. E faremo del nostro meglio anche per realizzare il nostro impegno di fargli ottenere risultati sempre maggiori nella sua vita”.
Schumacher Junior non porta però con sé alla Haas soltanto un nome illustre, ma anche un talento certificato dalla vittoria dei titoli di Formula 3 nel 2018 e di Formula 2 nella scorsa stagione.
“Penso che sia positivo per il livello di fiducia di chiunque vincere un campionato competitivo come è stato la Formula 2 l’anno passato”, afferma Steiner. “Come in ogni campionato, ci sono anni buoni in cui la competitività è più alta e anni meno buoni in cui è più bassa. Credo che il 2020 sia stato un anno molto competitivo, combattuto fino all’ultima gara. Il fatto che lui arrivi come campione gli darà fiducia in se stesso, specialmente all’inizio, quando potrebbe fare fatica in F1 perché è tutto nuovo. Può sempre tornare indietro e dire che è campione in carica della F2. Tutte queste cose aiutano ad entrare in F1“.
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