L’Automobile Club di Monaco ha replicato via piattaforme sociali alle indiscrezioni sulla cancellazione del GP di F1.
Dopo lo spostamento a novembre dell’Australia e la cancellazione molto probabile della Cina, negli ultimi giorni si sono intensificate le voci di una revisione ulteriore del calendario 2021 della F1. Secondo tali chiacchiere da corridoio, l’espansione della pandemia a causa delle nuove varianti avrebbe messo in pericolo le gare in programma su circuiti cittadini come Montecarlo, Baku e Montreal.
Il grande spostamento e afflusso di gente, anche qualora il tutto si svolgesse a porte chiuse, non farebbe altro che aumentare le possibilità di contagio. Un pericolo secondo alcuni da scongiurare.
La risposta dell’ACM sui prossimi eventi
Raggiunta da questi venti contrari alla direzione intrapresa, l’Automobile Club del Principato ha voluto mettere le cose in chiaro, ribadendo che tutte le manifestazioni preventivate in primavera si svolgeranno normalmente.
Contrairement aux rumeurs diffusées sur certains sites internet et relayées par les réseaux sociaux, l’@ACM_Media confirme que le #MonacoGP F1 se déroulera du 20 au 23 mai 2021. Il en est de même pour le #GrandPrixMonacoHistorique (23-25 Av. 2021) et le #MonacoEPrix (8 mai 2021) pic.twitter.com/tevL1Ppe3q
— Automobile Club MC (@ACM_Media) January 18, 2021
“Contrariamente ai rumour apparsi su alcuni siti internet e rilanciati dai social network, confermiamo che il GP di Monaco si svolgerà dal 20 al 23 di maggio. Lo stesso accadrà per quello storico dal 23 al 25, e per l’ePrix fissato per l’8 maggio”, si legge sula nota ufficiale che l’ente monegasco ha voluto pubblicare su Twitter.
Adesso vedremo se anche il Canada e l’Azerbaijan si muoveranno alla stessa maniera. Va tenuto presente che se nel 2020, per via della situazione emergenziale, Liberty Media aveva accettato di ridurre le fee di partecipazione, quest’anno, seppur non a prezzo pieno come in passato, la tassa costerà agli impianti nettamente di più di dodici mesi fa. La domanda è quindi, vale la pena organizzare una corsa e sborsare tutti quei quattrini, non potendo magari godere neppure delle entrate provenienti dai biglietti venduti al pubblico?
Chiara Rainis