La Corte Costituzionale si è finalmente espressa sul caso legato all’eccessiva rumorosità del circuito del Mugello.
Gli autodromi e il rumore, sono una questione vecchissima. Tutti gli appassionati ricorderanno per quanti anni andò avanti la polemica legata a Monza, con gli abitanti di Vedano e Biassono costretti a tapparsi le orecchie ogni santo weekend, infastiditi dall’urlo martellante di motori di vario genere.
Non stupisce dunque che anche il Mugello, pur costruito ad ampia distanza dai centri, sia stato oggetto di proteste, arrivate addirittura a Roma.
Dopo lunghe discussioni, in queste ore la Corte Costituzionale si è espressa liquidando con le accuse rivolte all’impianto. I giudici hanno infatti decretato “la cessazione della materia del contendere”.
Ma per quale motivo la pista cara soprattutto al motomondiale, ma nel 2020 protagonista apprezzata anche della F1, è stata messa sotto indagine?
Qualcuno, sicuramente poco amante degli sport motoristici, sosteneva che la struttura violasse alcune norme costituzionali inerenti alla tutela della salute, nonché il mancato coinvolgimento dell’ARPAT (l’agenzia regionale per la protezione ambientale), obiettando sui valori massimi di inquinamento acustico ammissibili e sui 280 giorni di attività continuativa concessi come limite massimo ottenuti in deroga dall’autodromo.
Le accuse a cui si erano aggrappati gli appellanti, già passate attraverso i vari gradi di giudizio, sono dunque decadute a seguito delle diverse sentenze favorevoli al Mugello e degli atti amministrativi che sono stati giudicati pienamente legittimi a sostegno dello storico circuito tra le colline emiliane.
La Corte Costituzione ha così preso atto “dell’assenza di qualsiasi profilo di contrasto tra la disposizione impugnata e i principi generali posti dalla legislazione statale in materia di tutela della salute, ai sensi dell’art. 117, terzo comma della Costituzione”.
La sentenza arriva al momento perfetto visto che la struttura di Scarperia potrebbe presto trovare nuova collocazione nel Circus qualora Baku o Montreal non venissero confermate a causa del Covid.
Chiara Rainis
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