Chicho Lorenzo: “Non posso dubitare di Valentino Rossi”

Chicho Lorenzo passa in rassegna la stagione MotoGP 2020 e quella che sta per aprirsi, ricca di novità e incognite.

Chicho Lorenzo
Chicho Lorenzo

Chicho Lorenzo passa in rassegna la stagione MotoGP 2020 con un occhio alla prossima che prenderà il via a Losail nel mese di marzo. La grande incognita resta Marc Marquez, il suo ritorno in sella alla Honda RC213V resta ancora incerto dopo la terza operazione al braccio destro. “Un anno a casa, girando la testa e anche con la reale possibilità che l’infortunio si trascini, o addirittura gli impedisca di tornare al massimo delle sue prestazioni o di gareggiare, è difficile da digerire – spiega Lorenzo senior a Motosan.es -. Inoltre, l’inattività e gli antibiotici richiedono un periodo di recupero fisico, con periodi di tempo più lunghi di un infortunio di due o tre mesi. Se riuscirà a tornare ad essere quello che era, segnerà una pietra miliare storica nello sport mondiale”.

Chi ci sarà a sostituirlo? Molto probabilmente il collaudatore tedesco Stefan Bradl, che ha saputo gestire la situazione anche nel 2020. “Bradl ha ottenuto dei risultati eccezionali e anche Nakagami lo ha fatto, il che indica che con il supporto del marchio i piloti migliorano le loro prestazioni. Penso che supportare Bradl sia una buona opzione”.

Lorenzo sr. su Valentino e Suzuki

Una delle principali novità della prossima stagione sarà il passaggio di Valentino Rossi dal team Yamaha factory a Petronas SRT. Correre con un team satellite potrebbe essere un ulteriore stimolo, senza la preoccupazione di dover impiegare le prove libere per provare aggiornamenti. “Se non ci credesse, non avrebbe continuato a correre – ha asserito Chicho Lorenzo -. E la fede sposta le montagne, quindi non sarò io a dubitare che un giorno tutte le stelle si allineeranno e potrà ottenere qualche grande risultato ”.

Infine, cosa sarà del team Suzuki dopo l’addio di Davide Brivio? “Vedremo fino a che punto la gestione di Davide Brivio è stata fondamentale in questo titolo Suzuki, perché sarà l’unico grande cambiamento in quella squadra. Penso che la sua assenza sarà molto evidente, almeno nel breve periodo”. Joan Mir proverà a difendere il titolo di campione del mondo, ma occorre migliorare da subito nelle qualifiche. “Joan era già Campione del Mondo e indiscutibilmente anche in Moto3 e questo già parla della sua capacità di gestire bene le sue opportunità. Sapeva sfruttare le carte che doveva giocare in ogni gara e difficilmente commetteva errori. La Suzuki era anche una moto molto regolare, che non eccelleva in niente in particolare ma non aveva nemmeno aspetti negativi. E gli altri piloti, così come le loro moto, erano molto irregolari. Queste circostanze potrebbero non ripetersi in futuro e Joan dovrà reinventarsi e fare passi avanti nei suoi punti deboli di pilota se vuole continuare a essere un riferimento”.

Joan Mir in pista (Getty Images)
Joan Mir in pista (Getty Images)
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