Cal Crutchlow evidenzia il suo carattere schietto che lo ha differenziato dai colleghi, soprattutto durante le conferenze stampa.
Il paddock della MotoGP perde Cal Crutchlow, un combattente in pista e un autentico intrattenitore con i media. Amato dal pubblico non solo per i risultati, ma anche per il suo parlare senza peli sulla lingua, per la sua schiettezza che forse qualche volta era scomoda per un ambiente così diplomatico come la Top Class. Sarà la Yamaha a trarre vantaggio da questo personaggio visto che nel 2021 sarà collaudatore della M1.
Il 35enne britannico non manca di pungolare tanti suoi colleghi che in conferenza stampa sembrano “robot” che danno dichiarazioni dettate dalla loro azienda. “Sono diverso dai robot che danno tutti l’immagine e le risposte dell’azienda. Ha funzionato bene per me e per i miei sponsor”, ha spiegato in un’intervista a Crash.net. Dopo dieci stagioni nella classe regina, dove ha ottenuto 19 podi e tre vittorie non ha motivo di nascondersi e del resto non l’ha mai fatto. “Dico quello che dico perché è quello in cui credo. È difficile sapere se è giusto o sbagliato dirlo! Ma non mentirò sulle cose, dirò la verità o come mi sento”.
Il suo modo di fare l’ha reso molto amato dai media, anche se in certe situazioni “mi hanno messo nei guai, ma in generale penso che la gente mi rispetti per questo perché sono diverso”. Per tutti questi anni ha mantenuto un ottimo rapporto anche con gli sponsor, quasi sempre gli stessi dall’esordio in MotoGP. “Penso che sia a causa della mia personalità. Sono più vicino alle persone che ci guardano come eroi o qualcosa del genere, di quanto lo siamo davvero. Siamo solo bravi nel nostro lavoro. Come le altre persone sono brave nel loro lavoro”.
Ha deciso di dedicare più tempo alla famiglia, chiedendo alla Yamaha di evitare test privati nel giorno in cui dovrà accompagnare sua figlia Willow per la prima volta a scuola. “È una cosa importante per me e credo, onestamente, di smettere al momento giusto”. Sentirà però la mancanza delle corse e di alcuni amici, fra tutti Jack Miller e Sam Lowes. “Quello che non mi mancherà, ed è per questo che ho preso la mia decisione, sono cose come i viaggi e la natura politica delle corse. Mi occupo di questo da molto tempo, penso di aver fatto un buon lavoro gestendolo nel miglior modo possibile… Ma forse non mi piace attenermi alle regole!”.
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