La mancanza di esperienza all’interno della Ferrari finirà per danneggiare il team? Ecco la risposta di Sainz.
Dopo diverse stagioni complicate, la Rossa avrà fatto bene a rinunciare all’esperienza di Sebastian Vettel e ad investire su Carlos Sainz? Se lo stanno domandando in molti. Perché malgrado lo spagnolo sia in F1 dal 2015 e Charles Leclerc dal 2018, il loro know-how potrebbe non bastare alla sfida proposta dal 2022 quando la rivoluzione tecnica imporrà indicazioni precise da parte dei piloti.
Da tutti il campionato del cambiamento è avvertito come quello della svolta, dell’occasione unica, ma per la Ferrari sarà ancora più importante venendo da un periodo di insuccessi e criticità non in linea con la sua prestigiosa storia.
Quanto peserà a Maranello non poter contare su un esperto?
Interrogato sul possibile errore compiuto dai vertici del Cavallino nel salutare Seb, il figlio del Matador del WRC, ha rimandato la questione al mittente. E come avrebbe potuto essere altrimenti, essendosi accaparrato un sedile tanto prestigioso!
“Non credo che l’età sia un fattore tanto importante”, ha risposto sottolineando che ciò che conta sono i chilometri percorsi alla guida delle monoposto del Circus. “Ho appena 26 anni, ma alle spalle vanto sei mondiali disputati con tre scuderie differenti”, ha ricordato i trascorsi in Toro Rosso, Renault e McLaren.
“Anche il mio vicino di box, è appena 23enne, ma è già al terzo campionato con la squadra e conosce auto e gruppo di lavoro alla perfezione. Non siamo dei debuttanti!”, ha argomentato la sua tesi per sgombrare il campo da facili perplessità.
Un dato è certo, in Ferrari si è sempre preferito mescolare “giovane- vecchio”, tuttavia, il nuovo corso dirigenziale, come per altri aspetti dell’organizzazione, ha preferito la discontinuità e l’azzardo. Che sia la volta buona per un ritorno in vetta al mondo del marchio modenese?
Chiara Rainis