Si è conclusa definitivamente la vicenda F1- Rio dopo l’insistenza del Presidente Bolsonaro che chiedeva lo spostamento di sede.
Malgrado ancora sia tutto sospeso causa utilizzo illegale di fondi pubblici, il GP del Brasile continuerà a svolgersi ad Interlagos. O almeno fino al 2025 come previsto dal contratto.
E’ terminata così la querelle messa in piedi dal Presidente Jair Bolsonaro che aveva a gran voce domandato il passaggio da San Paolo a Rio de Janeiro, in una struttura peraltro ancora da progettare e costruire.
Addirittura, quando al vertice della F1 c’era ancora Chase Carey, sembrava scontato l’utilizzo dell’area di Deodoro. Zona a nord ovest della metropoli, già utilizzata nel 2016 dai Giochi Olimpici. Il problema è che la creazione di uno spazio tanto grande e composito, avrebbe comportato un impatto non indifferente sulla foresta di Camboata. Di conseguenza l’Istituto statale dell’ambiente (INEA) e la Commissione statale di controllo ambientale (CECA) hanno dato il loro parere contrario.
Fine della storia per Rio e il tweet di Hamilton
Tra un battibecco e l’altro lunedì scorso il segretario dell’ambiente della città Eduardo Cavaliere, ha confermato l’archiviazione di un piano che per la verità aveva poco del fondato e concreto. Dunque, dopo l’impasse di Miami, location molto spinta da Liberty Media, e del Vietnam, il cui futuro resta un punto interrogativo dopo gli scandali legati al governo locale, se n’è ora creato un altro. Infatti se per il momento tutto resta secondo lo status quo, non è detto che un domani neppure troppo remoto, possa essere preso in esame un altro punto di Rio. In ogni caso, anche qui, si partirebbe da un foglio bianco.
Felice per la decisione Lewis ha voluto replicare il cinguettio di annuncio. “Rio corre per un futuro sostenibile. La foresta di Camboata non deve essere soppiantata dalla pista internazionale di Rio. Sotto la guida del sindaco Eduardo Paes abbiamo ufficialmente ritirato il processo di autorizzazione della costruzione”, si legge.
Chiara Rainis