La Ferrari non è apparsa molto competitiva nel 2020, ma i guai risiedono anche nel team, dove non c’è più l’organizzazione di un tempo.
La Ferrari arriva da 13 anni senza titolo, l’ultimo è quello costruttori conquistato nel lontano 2008 dalla coppia Raikkonen–Massa. Dopo quell’importante traguardo poi sono arrivate tante battute d’arresto sin o all’ultimo pessimo campionato che ha visto la Rossa chiudere senza nemmeno una vittoria.
I problemi però sembrano risiedere non solo nella macchina, troppo lontana da Mercedes e Red Bull nel 2020, ma anche in altre componenti della squadra. Il team, infatti, rispetto al passato si è indebolito enormemente nella leadership. Il solo Binotto può fare ben poco.
Il confronto con il passato è quanto mai impietoso. Nell’era Schumacher, infatti, la struttura piramidale costruita dal presidente Montezemolo vedeva a capo di diversi reparti gente come Domenicali, Brown, Byrne, Todt e lo stesso Binotto che già all’epoca lavorava all’interno della squadra di Maranello.
Negli ultimi anni, invece, la Ferrari ha lasciato andare via pezzi pregiati del proprio team come Costa e Sassi, bollati troppo presto come incapaci, ma forse semplicemente gestiti nel modo sbagliato. A riprova di ciò, proprio i due tecnici sopracitati hanno poi fatto le fortune della Mercedes in queste ultime stagioni.
In questa confusione che regna nel team purtroppo ne hanno fatto le spese anche la squadra pit stop, non più perfetta come negli anni d’oro, quando la Ferrari era in tal senso un faro per tutte le altre squadre. Nel 2021 ad esempio spesso la Rossa è stata tra le peggiori al box.
In particolare la Ferrari ha spesso patito problemi con le pistole nel montaggio degli pneumatici. Dal 2015 esiste un premio che viene consegnato alla squadra che ha fatto il maggior numero di pit veloci durante la stagione. La Rossa però non vince tale trofeo proprio dalla sua prima edizione. Negli ultimi tre anni a dominare tale graduatoria ci ha pensato la Red Bull, che in particolare nel 2020 ha stracciato la concorrenza con 15 fermate più veloci nell’arco della stagione.
Antonio Russo
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