Arbolino sarà tra i rookie del prossimo Mondiale Moto2 e ci tiene a fare bene. Tra i modelli di riferimento ha Lorenzo e Quartararo.
Terminata la sua esperienza in Moto3 con un campionato concluso al secondo posto e con del rammarico (titolo perso per 4 punti), Tony Arbolino è concentrato sul passaggio in Moto2. Correrà con il team Intact GP, che ha deciso di dargli fiducia nel 2021.
Il pilota milanese avrà come compagno Marcel Schrotter, esperto della categoria e dal quale potrà imparare tanto. All’inizio dovrà affrontare un normale processo di apprendimento e adattamento a una classe diversa da quella in cui ha corso fino allo scorso anno. L’importante sarà apprendere rapidamente e riuscire a crescere con costanza nel corso della stagione.
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Tony Arbolino carico per il Mondiale Moto2 2021
Arbolino in un’intervista concessa a DAZN ha speso parole di elogio per Fabio Quartararo, che gli ha mandato un messaggio di auguri per la nuova stagione e ha auspicato un suo futuro passaggio in MotoGP magari da compagno di squadra: «Ho un bel rapporto con lui, perché penso ci piacciano le stesse cose anche al di fuori delle moto. Ci piace lo stesso life style, diciamo, e mi ritrovo molto in lui. Sono contento che mi rispetti come pilota. Diventare suo compagno? Ci spero, penso che faremmo un disastro io e lui insieme…».
Il pilota classe 2000 racconta che, essendo di Milano, non era ben visto quando da ragazzino andava con il padre a correre in Emilia-Romagna: «Eravamo guardati malissimo. Lo speaker faceva un’esultanza diversa per me. Lì era un’altra realtà, i ragazzini arrivavano ogni giorno con lo zaino da scuola e io questo non potevo farlo. Partivo da Milano venerdì, sabato e domenica in camper per andare in tre circuiti diversi. Ho fatto così per 6-7 anni. Quando mi preparavo al campionato e vincevo, allo speaker non piaceva dire il mio nome… Quando scendevo dal camper non avevo amici, ero da solo con mio padre. Loro erano in 7-8, facevano gruppetto».
Successivamente Tony si è espresso sulle differenze tra Moto3 e Moto2: «Cambia veramente tanto. Adesso c’è più elettronica, ci sono più tipologie di gomme e in generale più cose da capire. Sarà un po’ più difficile, però alla fine penso che si tratta sempre di due ruote con un comando del gas…».
Marco Melandri gli ha mandato un messaggio di incoraggiamento per il 2021. Arbolino risponde: «Bello ricevere queste parole. Ho parlato con lui in privato, so che ha sostenuto molto e sono orgoglioso di aver fatto qualcosa di bello riuscendo a trasmettere sensazioni alla gente. Lui è stato fortissimo ai suoi tempi, ho ancora un suo video di quando ha fatti la derapata in Australia. Se non hai talento non fai quella cosa».
Ovviamente anche lui è cresciuto guardando Valentino Rossi, però ha ammirato anche altri piloti: «Tutti volevano essere Valentino Rossi – spiega – quindi magari cresci così. Però c’erano cose che in gara mi facevano molto emozionare, come quella di Melandri. Ma un altro è Garry McCoy, un altro che usciva così di curva e faceva pazzie».
Tony immagina la sua gara ideale mostrando di ispirarsi a Jorge Lorenzo, cinque volte campione del mondo che conosce bene: «Partenza primo, al quarto giro hai 3-4 secondi di vantaggio e poi gestisci fino alla fine. Quando fai quella cosa lì, a fine gara puoi dire di aver fatto un altro sport. Questo è quello che ho sempre voluto, sempre immaginato, sempre visualizzato di poter fare. A Valencia nel 2020 un po’ l’ho fatto».
A fargli perdere il titolo mondiale Moto3 è stato sicuramente il fatto di non aver potuto correre ad Aragon 1, perché aveva viaggiato in aereo con una persona positiva al Covid nonostante comunque lui fosse risultato negativo al tampone. Il rider ricorda quel momento: «Non ho potuto farci niente. Ho chiesto di fare dei test, ne ho fatti tre e ho chiamato chiunque per poter correre. Non si è potuto far niente. Non me l’aspettavo. L’unica cosa che posso dire è che dentro di te in questi casi devi creare delle forze che successivamente devi far uscire. Quando ho vinto a Valencia questa era una cosa che avevo dentro ed è uscita».