Maverick Vinales accoglie il suo nuovo compagno di squadra Fabio Quartararo lamentando la scarsa unità vissuta in Yamaha con Valentino Rossi
Ci ha messo davvero poco, Maverick Vinales, a scaricare metaforicamente Valentino Rossi. Neanche il tempo di accogliere il suo nuovo compagno di squadra, Fabio Quartararo, che già Top Gun coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino che evidentemente aveva tenuto a lungo dentro la sua scarpa.
In occasione della presentazione del team ufficiale Yamaha per il 2021, infatti, lo spagnolo ha tirato fuori a sorpresa un tema che, nelle scorse stagioni di convivenza con il Dottore, non era mai emerso: la divisione interna alla squadra tra lui e il suo vicino di box. “Negli ultimi tre anni ognuno seguiva la propria strada, non c’era unità”, ha puntato il dito Vinales. “C’era il mio team e quello di Valentino. Ora abbiamo la possibilità di formare un’unica squadra e questo è molto importante. Possiamo lavorare nella stessa direzione con entrambi i piloti e tutte e ventiquattro le persone del team”.
Per questo motivo Maverick sembra molto felice di aver salutato il fenomeno di Tavullia e accolto il Diablo al suo fianco: “L’arrivo di Fabio è positivo, sono convinto che sarà di grande stimolo e farà molto bene con questa moto. Mi aspetto di costruire con lui un bel gruppo di lavoro, ambizioso e affiatato”. Consapevole comunque che Valentino è rimasto un importante membro della Casa dei Diapason: “Rossi non ci ha lasciato: è ancora un pilota ufficiale, indossa soltanto dei colori diversi, ma per la Yamaha avrà lo stesso peso di sempre”, chiarisce l’iberico.
Vinales chiarisce: “Non sono Valentino Rossi”
Né Vinales intende raccogliere il testimone del numero 46 nel ruolo di caposquadra: “Non sono Valentino, non ho nemmeno vinto i suoi titoli”, si schermisce. “Dunque non penso di essere il numero uno, anche perché in Yamaha i piloti sono considerati alla pari. So qual è il mio ruolo e che cosa ho sulle spalle e cercherò di ricambiare la fiducia che mi è stata riposta”.
Di certo, però, non gli dispiacerebbe diventare il nuovo punto di riferimento tecnico per il costruttore di Iwata. “Ho avuto modo di parlare a lungo con i vertici della Yamaha e a loro ho chiesto maggiore libertà e ascolto, maggiore apertura nei miei confronti e sostegno morale”, ha concluso. “In questi anni ho visto molto lavoro e sacrificio da parte loro e vorrei regalare qualcosa di importante a questo gruppo”.
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