La prima donna ferrarista: “Sessismo nelle corse? Io non l’ho vissuto”

Maya Weug, vincitrice della selezione per giovani pilote della Ferrari Driver Academy nega la presenza del sessismo nel motorsport.

(©Maya Weug Instagram)

Chi lo ha detto che l’automobilismo deve essere uno sport per soli uomini? Negli ultimi anni le donne impegnate, anche con discreti risultati, in pista, sono aumentate. E per marcare ancor di più questo trend la FIA ha deciso di istituire la “Girls on Track – Rising Stars“, una sorta di camp dedicato alle ragazze interessate ad inserirsi nel mondo delle quattro ruote, ovviamente al volante.

Vincitrice al termine di una dura selezione organizzata dalla Ferrari Driver Academy che ha visto la partecipazione di candidate da ogni parte del globo, la 16enne belga-olandese Maya Weug, pronta a trasferirsi a Maranello per immergersi al 100% nella nuova avventura Rossa.

“Quando si abbassa la visiera del casco siamo tutti uguali. Non si vede più la differenza fra maschi e femmine”, ha affermato alla Bild. “Essere la prima ad entrare qui è comunque qualcosa di storico e sono contenta di poter dimostrare che è possibile riuscirci”.

 

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Nessun episodio di sessismo

Speranzosa di poter essere da esempio alle altre colleghe, magari quelle un po’ più titubanti e impaurite da un ambiente ritenuto chiuso, Weug ha tenuto a considerare di non essere mai stata sottovalutata dai maschietti.

“Non ho vissuto veri e propri handicap per il mio essere donna. Certo, molti ragazzi non sono del tutto contenti se una femmina è più veloce di loro”, ha rivelato quella che è una verità conclamata. Vedasi Danica Patrick in IndyCar, capace in più di un’occasione di far arrabbiare i colleghi.

Il suo sogno, come facilmente immaginabile resta la F1. Di certo l’atteggiamento serio e la determinazione per riuscirci ci sono. Ora deve dimostrare di avere anche il piede, la costanza e la pazienza di percorrere tutti i gradini di questa scala tortuosa e insidiosa.

(©Maya Weug)

Chiara Rainis

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