La prima video intervista del 2021 a Miguel Oliveira, che passa dal team satellite Tech3 alla squadra ufficiale Ktm
Con il passaggio dalla squadra satellite Tech3 al team ufficiale Ktm, aumentano anche le responsabilità per Miguel Oliveira. Che però si sente pronto a fare il salto di qualità, nel corso della sua seconda stagione in MotoGP, reduce fra l’altro dal successo nel Gran Premio conclusivo dell’anno passato. Ecco che cosa ha dichiarato il portoghese, a margine della presentazione della sua squadra, in questa video-intervista.
“Ho resettato la mente in vista di questa stagione. Anche se nell’ultimo GP del 2020 sono salito sul gradino più alto del podio, non sento alcuna pressione addosso. Sono arrivato là dove desideravo essere, nel team ufficiale. Quindi ora voglio affrontare questa sfida, conoscere gli uomini della squadra, sentirmi sempre più a casa qui, comprendere come lavorano e cominciare a costruire i risultati. Credo di avere la possibilità di ricominciare come avevo concluso il 2020”.
“Entrare in MotoGP dal team satellite Tech3 è stato positivo, perché era un ambiente in cui la pressione era molto ridotta e tutti erano molto amichevoli. Mi sono trovato a mio agio molto rapidamente con la squadra francese. Ora mi aspetto di entrare in un mondo e in una realtà un po’ più duri, nel team ufficiale sento di poter lavorare maggiormente sui dettagli e almeno aumentare la mia costanza di rendimento. Credo che questi saranno gli strumenti in più che avrò a disposizione. Inoltre avrò anche più responsabilità, perché proveremo più componenti, come è normale, e insieme alla squadra test indirizzeremo lo sviluppo della moto”.
“La Ktm è cambiata molto tra il 2019 e il 2020, in particolare nel modo di guidarla e nei feedback che restituisce al pilota. Direi che la versione 2019 era ancora piuttosto dura da guidare, spesso andava forzata nell’ingresso di curva ed era molto selvaggia, provarla è stata un grosso shock. Nel corso del 2020, fin dai primi test, ho intravisto molto più potenziale in questa moto, che è diventata più naturale e mi dava un buon feedback. Ho capito immediatamente che potevamo ottenere buoni risultati”.
“Un successo per noi sarebbe diventare campioni del mondo. Lo considero una realtà, ovviamente molto ambiziosa, perché bisognerà che molte tessere vadano al posto giusto. Ma avendo gli strumenti, gli uomini giusti e la determinazione che serve da mettere nel progetto, credo che siamo perfettamente in grado di riuscirci. Di sicuro per vincere il Mondiale bisogna curare ogni dettaglio contemporaneamente. Per questo, in base a quello che accadrà durante la stagione e al suo andamento, potremo definire il successo attraverso il progetto. Durante questo processo, a volte il miglior risultato sarà un primo posto, a volte un secondo forse non rispetterà le nostre aspettative. Ma lo scopriremo strada facendo: al momento, alla partenza, è molto dura fissare l’asticella del risultato. Di certo, far meglio del 2020 sarebbe già un buon inizio”.
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