Romain Grosjean ritiene di essere uno dei favoriti a sostituire eventuali piloti di Formula 1 che si renderanno indisponibili quest’anno
La buona notizia è che Romain Grosjean sta bene: le sue mani, ustionate nel terribile incendio di cui fu vittima in Bahrein alla fine della scorsa stagione, sono guarite tanto da permettergli di tornare in macchina. Il suo futuro è legato agli Stati Uniti, in particolare al campionato di IndyCar Series, la cui monoposto ha appena provato per la prima volta.
Ma la porta della Formula 1, per lui, non è definitivamente chiusa. Il francese è convinto che la minaccia del Covid, che rischia di far saltare altre gare ad alcuni piloti, rappresenti infatti una chiara opportunità potenziale per lui, che si ritiene in cima alla lista dei candidati ad un’eventuale sostituzione.
“Dei piloti che attualmente non hanno un sedile da titolare”, spiega, “Kevin (Magnussen, ndr), Alex Albon e io siamo i più esperti. Tutti e tre conosciamo il comportamento di una monoposto moderna di Formula 1. Perciò sì, mi aspetterei che uno di noi ottenga la chiamata”. La sua carriera a tempo pieno nel massimo campionato automobilistico, però, quella è da considerarsi definitivamente conclusa. E forse questo gli permetterà di stabilire rapporti di amicizia con coloro che un tempo furono i suoi rivali.
“Ci sono solo venti piloti in Formula 1 e tutti vogliono ottenere un contratto con la squadra migliore”, spiega il 34enne ai microfoni dell’emittente svizzera Srf. “In una situazione del genere, è difficile essere amico con qualcuno. Ma, dopo la fine della tua carriera, la relazione con i piloti può cambiare. Hai i loro stessi hobby, hai viaggiato e vissuto molto insieme a loro, perciò sicuramente puoi diventare loro amico”.
Prosegue Grosjean: “Ma quando sei in competizione con qualcuno, vuoi prendere il suo posto. Ho un rapporto eccellente con Sebastian Vettel, lo rispetto profondamente, ma possiamo diventare amici solo ora. Quando lui era alla Ferrari, io cosa volevo? Il suo posto. Se avessi ricevuto una chiamata dalla Ferrari e fossi stato amico di Sebastian, cosa avrei dovuto fare? Lo avrei richiamato e avvertito di stare attento. Perciò una situazione del genere è difficile. Quando sei in F1, rispetti il tuo avversario, ma l’amicizia può cominciare solo a fine carriera”.
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