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MotoGP

Sete Gibernau saluta Fausto Gresini: “Mi insegnò a credere in me stesso”

Published by
Fabrizio Corgnati

Sete Gibernau ricorda Fausto Gresini, che fu suo team manager in MotoGP negli anni migliori della propria carriera agonistica

Fausto Gresini e Sete Gibernau insieme sul podio del Gran Premio del Qatar di MotoGP 2004 (Foto Gresini Racing)

Tra i tanti uomini del paddock della MotoGP che conservano nel proprio cuore un ricordo speciale dell’indimenticabile Fausto Gresini, scomparso questa settimana a sessant’anni appena compiuti per colpa delle complicanze del coronavirus, c’è sicuramente Sete Gibernau.

L’ex pilota spagnolo raggiunse l’apice della propria carriera agonistica proprio con il team Movistar Honda del manager imolese, squadra satellite con la quale si permise di sfidare gli ufficiali e chiudere per due volte vicecampione del mondo alle spalle di Valentino Rossi. Anni che non può scordare, non solo per i risultati agonistici, ma anche per le gioie vissute insieme. E perfino nei momenti più difficili, come quell’inizio del 2003 segnato dalla morte in pista di Daijiro Kato, che di Gresini era il pilota preferito.

Gli anni speciali di Sete Gibernau con Gresini

“Ho vissuto il periodo più bello della mia vita”, racconta lo spagnolo ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Nel 2003 abbiamo trascorso una bellissima pre-stagione. Poi quell’incidente a Kato… Non avremmo più voluto correre per tutto l’anno. Alla fine abbiamo ritrovato la forza per gareggiare. Siamo andati in Sudafrica e ho fatto la pole con il tempo che terminava con 074, il numero di Daijiro. Poi ho vinto la gara e con la squadra è nato un rapporto spettacolare”.

Con Kato, Gibernau aveva un rapporto speciale: “Abbiamo trascorso tanti momenti magici. Eravamo due piloti in pista, ma una cosa sola a livello di squadra”. Ma ancora di più Sete deve al suo allora team manager, e non solo, Gresini: “Insieme al team mi ha permesso di credere maggiormente in me stesso, come mai mi era capitato prima. Loro mi hanno affidato il comando della squadra. Io ero quello più esposto mediaticamente, ma si trattava di una leadership collettiva. Tutti abbiamo fatto un vero e proprio capolavoro”.

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Fausto Gresini (Foto Dorna)
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Fabrizio Corgnati

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