Dopo Vettel Aston Martin sogna il colpaccio Hamilton. Ad ammettere l’interessamento il patron della scuderia Stroll.
Ebbene sì, in un prossimo futuro, forse al fianco di Sebastian Vettel o molto più probabilmente di Lance Stroll, potrebbe esserci Lewis Hamilton. L’inglese, ormai ad un passo dalla storia, salvo gravi imprevisti, che nel 2021 con l’ottavo sigillo iridato dovrebbe accoglierlo tra le sue braccia di più grande di tutti i tempi in F1, potrebbe diventare pilota dell’Aston Martin nel 2022.
Detta così potrebbe suonare strana, ma se si pensa a quanto stretta sia la partnership con la Mercedes e quanto lo sarà ancor di più nel prossimo futuro, un cambio di casacca al volo prima del ritiro dalle competizioni, non è neppure tanto azzardato o illogico.
I punti a favore del team britannico per la caccia ad Ham
Come sottolineato, il fatto che il legame con la Casa della Stella sia molto importante potrebbe rappresentare un incentivo per il #44, a quanto pare desideroso di diventare ambasciatore del brand tedesco nel mondo, un po’ come lo è stato il suo connazionale Stirling Moss. In secondo luogo il denaro non sarebbe un problema. Come si può facilmente intendere dai piani espansionistici dell’attuale proprietario della scuderia Lawrence Stroll, le eventuali richieste di aumento dell’asso di Stevenage potrebbero essere contemplate senza particolari tira e molla.
“Il suo possibile ingaggio è sicuramente qualcosa che ci tenta”, ha confessato il magnate canadese all’agenzia stampa PA. “Alla luce del suo blasone sarebbe ottimo, tuttavia per il momento preferisco focalizzarmi sul presente”.
Impegnata nella costruzione di nuovi edifici per implementare la fabbrica di Silverstone ereditata dal boss precedente Vijay Mallya, la squadra inglese ambisce ad affermarsi tra le migliori. Certo, sembra impensabile che la Mercedes la lasci passare, ma di certo, in termini di budget a disposizione e possibilità di assoldare le forza lavoro più qualificate ad oggi non è seconda a nessuno. Per questo vedere Lewis in verde magari già l’anno venturo potrebbe non essere un miraggio.
Chiara Rainis