Marc Marquez analizza la stagione 2020 per il suo team Honda, i risultati deludenti e l’ottimo lavoro di Stefan Bradl. 
Honda ha archiviato una stagione 2020 da dimenticare, la peggiore nella sua storia in MotoGP. Dopo l’infortunio a Jerez di Marc Marquez la casa nipponica ha faticato a trovare la retta via, collezionando appena due podi nella seconda parte di campionato. Ma il prototipo HRC era stato ideato per esaltare le caratteristiche di guida di Marc e nessun altro pilota è in grado di emularlo. Stefan Bradl ha lavorato per 12 lunghi GP nel tentativo di rendere più agevole la RC213V e dal prossimo campionato dovremmo vedere i frutti.
Takaaki Nakagami è stato il miglior pilota Honda con il decimo posto. Nel campionato costruttori, la Honda ha potuto lasciarsi alle spalle soltanto l’Aprilia. E nella classifica del team, Repsol Honda, molto rispettato, ha concluso al nono posto su undici posizioni. In un’intervista a Motogp.com Marc Marquez riconosce il peso della sua assenza ma anche alcune mancanze all’interno del team. “In alcune gare sono usciti un po’ fuori pista. Non è stato necessariamente per la mia assenza… Mio fratello era un novellino. Ha imparato a guidare e non poteva preoccuparsi della moto. Cal Crutchlow non era al suo meglio. Ha anche faticato. Nakagami ha mostrato alcune buone gare, ma non abbastanza”.
Ma Marc Marquez si dice pienamente soddisfatto del lavoro portato avanti in fase di sviluppo, consapevole che al suo rientro troverà una RC-V abbastanza diversa. “Devo ringraziarli perché continuano a spingere per mettere insieme il miglior pacchetto possibile, un pacchetto con cui puoi lottare per il campionato”. Non sarà l’unico cambiamento al ritorno, perché nel suo box dovrà vedersela con il nuovo arrivato Pol Espargarò. “Pol ha fame. Sarà una nuova sfida per me. Vuole battere me e gli altri piloti con la Honda. Ha concluso molto bene la scorsa stagione con la KTM. Con la Honda vuole continuare così o addirittura migliorare se stesso”.
