Non è solo per il blasone che la Aston Martin ha deciso di puntare su Vettel. Ecco perché Perez è stato mandato via.
Un passato vincente in Red Bull tra il 2009 e il 2013 e sei stagioni vissute in Ferrari anche se tra luci e ombre. Grande esperienza e quattro mondiali in tasca potrebbero di per sé già bastare per assicurarsi un ingaggio. Ma quanto ha convinto Aston Martin a lasciare a casa Sergio Perez per assicurarsi i servigi di Sebastian Vettel è stato anche altro.
Facendo un breve riassunto di quanto accaduto l’anno scorso, scoperto alla vigilia del mondiale di non essere stato confermato dal Cavallino, il tedesco si era preso un po’ di tempo per capire se fosse meglio fermarsi o accettare le lusinghe di un’altra squadra, fino all’offerta ricevuta dalla ex Racing Point. Dall’altro lato, il messicano, fedele del marchio dal 2013, scoperta per caso la trattativa alla sue spalle, non poté più fare nulla se non accettare la decisione della dirigenza, con tanto di rischio di non trovare un’alternativa per il 2021.
Séb più forte di Checo
Dunque, cosa ha spinto il team con base a Silverstone ad investire sul driver di Heppenheim? La risposta l’ha data il direttore tecnico Andrew Green.
“Ha uno stile di guida particolare, ma meno estremo rispetto a quello del suo predecessore, che spesso non riusciva ad adattarsi ai circuiti”, ha evidenziato l’ingegnere spiegando come la maggior duttilità del 33enne si sia rivelata la carta vincente.
Il minor tasso di stress e pressione sulle sue spalle hanno inoltre consentito al #5 di tornare a sorridere. “E’ molto rilassato e si è adattato rapidamente al gruppo. Il suo contributo è stato immediato. Sono convinto che riuscirà ad esprimersi al massimo. In caso contrario sarà stata colpa nostra”, ha chiosato con giusto ottimismo e fiducia nei confronti del campione appena accaparrato.
Chiara Rainis