La livrea della Haas utilizza i colori della bandiera russa. Che però è stata proibita dal mondo dello sport per il caso del doping di Stato
Potrebbe essere una prima assoluta in Formula 1: la VF-21, la monoposto che la Haas ha svelato ieri in vista del prossimo campionato del mondo, rischia infatti di essere decretata irregolare non per una delle sue soluzioni tecniche, bensì per la propria livrea.
Pur essendo di origine americana, infatti, la squadra ha scelto di dipingere la propria vettura con i colori della bandiera russa: il rosso, il blu e il bianco. Il motivo è semplice da comprendere. Dalla Russia, infatti, viene il suo nuovo pilota debuttante Nikita Mazepin. Ma soprattutto lo sponsor Uralkali, la multinazionale chimica di proprietà di suo padre, l’oligarca Dmitry, che finanzia la carriera nelle corse del figlio e dunque anche la stessa formazione statunitense in questa stagione.
C’è un piccolo dettaglio, però: a seguito dello scandalo del doping di Stato, la Russia è stata sospesa dagli eventi sportivi, tanto che a tutti gli atleti russi è proibito gareggiare sotto le insegne del proprio Paese. Dunque, se gli sportivi non possono mostrare la bandiera russa né sul podio, né tantomeno sul proprio abbigliamento o sui propri accessori, perché dovrebbero poterlo fare sulla propria monoposto?
La Haas si è difesa spiegando che la livrea era stata già approntata prima del divieto: “Alla fine è l’atleta che non può mostrare la bandiera, non il team che è americano”, ha spiegato il boss Guenther Steiner. La Federazione internazionale dell’automobile dal canto suo ha approvato questa colorazione: “La decisione del Tribunale arbitrale sportivo non proibisce l’uso dei colori della bandiera russa”, sottolinea la Fia. Ma non tutte le autorità sportive mondiali sembrano altrettanto convinte: prima tra tutte proprio l’agenzia internazionale antidoping, la Wada, autrice della sospensione della nazione.
Tanto da aver aperto immediatamente un’inchiesta: “La Wada è a conoscenza di questa materia e la sta studiando insieme alle autorità rilevanti”, ha dichiarato un portavoce ai microfoni della rivista specializzata inglese Autosport. E chissà se potrebbe presto arrivare anche una sanzione.
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