Valentino Rossi ha vinto la causa al tribunale civile di Pesaro contro la vicina che chiedeva l’abbattimento della sua villa
La nuova avventura sportiva con il team Petronas non è iniziata sotto i migliori auspici: al termine dei primi due giorni di test MotoGP in Qatar, si è fermato appena al ventesimo posto, con tante perplessità a livello tecnico sulla sua Yamaha M1.
Per fortuna Valentino Rossi ha anche i suoi motivi per consolarsi, grazie ad una prima, importante vittoria. Non in pista, bensì in tribunale. La causa in cui il giudice ha dato ragione al Dottore riguardava la villa di Tavullia costruita dal nove volte campione del mondo e da sua madre Stefania Palma.
La vicina fa causa a Valentino Rossi
A citarlo in giudizio (per la precisione, a citare in giudizio la società Domus Mea srl, che detiene i suoi immobili) era stata una sua vicina di casa, la 55enne tavulliese Angela Mei. La donna sosteneva che la villa di Rossi fosse stata costruita abbattendo una vecchia casa tutelata a livello storico, e per giunta troppo vicina alla sua proprietà, tanto che le avrebbe oscurato il panorama e la luce solare.
Per questi motivi la Mei chiedeva al giudice civile di Pesaro di abbattere la villa del motociclista, dal quale pretendeva anche 850 mila euro di risarcimento danni, ovvero il valore della sua casa che non è più riuscita a vendere. Ma Valentino Rossi si è visto riconoscere la ragione su tutta la linea.
Il Dottore vince la causa: la sua villa è salva
Non solo l’esposto in procura della Mei è stato archiviato, ma il magistrato Gianfranco Tamburini ha respinto tutte le sue rivendicazioni. La sentenza risale al maggio 2019, ma solo oggi la storia è stata resa pubblica, sulle pagine del quotidiano locale Il Resto del Carlino. La vicina di Rossi non si è comunque data per vinta e ha fatto ricorso alla Corte d’Appello di Ancona.
Sostenendo peraltro che il Comune avesse favorito Vale, “probabilmente a causa della notorietà delle persone coinvolte nei fatti”, scrive, e per giunta perché la mamma Stefania Palma “è impiegata all’Urbanistica del Comune di Tavullia”. Sospetti che i legali difensori della Domus Mea srl, in primis l’avvocatessa Antonella Storoni, respingono al mittente ritenendole “immotivate e offensive”, riferisce il Carlino. Il 14 aprile prossimo ad Ancona si terrà l’udienza d’appello.
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