Storico accordo tra la Ferrari e Armani. Nelle occasioni ufficiali il team indosserà i vestiti di Re Giorgio. 
Magari la SF21 non sarà tra le auto più competitive dello schieramento 2021, ma di certo i suoi driver avranno più stile rispetto. Questo martedì la Ferrari ha annunciato una partnership pluriennale con Giorgio Armani, già legato personalmente a Charles Leclerc.
“Oggi più che mai bisogna fare sistema, promuovere l’eccellenza in un dialogo tra le diverse aree e discipline”, le parole del celebre stilista. “Il Cavallino è un riconosciuto simbolo dell’Italia nel mondo e sono orgoglioso di questa collaborazione. Ho vestito i piloti con un guardaroba elegante adatto ai loro spostamenti, augurandomi che tutti si possa tornare a muoverci ed essere pronti per la ripresa del nostro Paese”.
L’abbigliamento adottato dai membri della squadra di Maranello sarà di tonalità blu navy. Grande cura è stata dedicata alla scelta dei materiali, soprattutto per quanto concerne per gli abiti da indossare negli spostamenti e con condizioni meteo variabili.
Il lungo inverno di Leclerc in fabbrica
A proposito del Principino, oltre aver fatto da modello per Re Giorgio, in queste settimane si è dato un gran da fare al quartier generale modenese.
“Non sono mai stato alla base quanto quest’anno”, ha dichiarato a Motorsport.com. “abbiamo fatto dei test con l’auto vecchia e cercato di capire le mie debolezze. Credo che debba lavorare ancora con la gestione gomme. Nel 2020 sono migliorato molto e per questo campionato punto a fare ulteriori passi avanti”.
Ottavo della generale conduttori con 98 punti al termine della campagna scorsa, il monegasco ha rivelato di essersi rivisto le vecchie gare per individuare le aree su cui rafforzarsi.
Consapevole di non poter compiere miracoli, il 23enne si è comunque mostrato determinato al riscatto definendosi già ben preparato per affrontare il mondiale. “Dopo il Covid ho fatto delle prove fisiche per verificare che tutto fosse di nuovo della norma. Adesso posso dire di essermi ripreso completamente”. 
Chiara Rainis
