Stefan Bradl ha svolto un ottimo lavoro nei doppi panni del pilota e del collaudatore. Il sogno è di tornare in pista a tempo pieno nel 2022.
Stefan Bradl ha portato avanti un grande lavoro di evoluzione per la Honda, non solo nella pausa invernale, ma anche durante la stagione 2020, quando si è ritrovato a dover provare continui aggiornamenti per la RC213V anche nei week-end di gara. A Losail è arrivato con una preparazione ottimale, chiudendo al 13° posto nella classifica combinata, anche se bisogna ricordare l’incidente avvenuto nel day-4, che lo ha costretto a rientrare ai box con largo anticipo.
Il collaudatore tedesco ha ricevuto complimenti da molti team avversari e chissà non sia il preludio per un suo coinvolgimento a tempo pieno in classe regina. Nei primi tre giorni di test IRTA in Qatar dal 5 al 7 marzo è arrivato 1°, 2° e 5°. Mercoledì è caduto alla curva 2, ha concluso la preseason con 1’1″ dal best lap di Jack Miller. Bradl è tornato a Monaco stamattina perché non voleva restare per 36 giorni consecutivi in Medio Oriente, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino. “Mi sono congratulato apertamente con Stefan per la sua prestazione”, ha detto Hervé Poncharal a Speedweek.com. “Ad essere onesti, non mi fidavo di lui con questi tempi sul giro”.
L’ex campione Moto2 (2011) si dice lusingato per gli apprezzamenti che arrivano fuori dal box. Nelle scorse settimane era stato accusato di svolgere il doppio ruolo di tester e collaudatore. Ma adesso le critiche vanno scemando, perché il ritorno di Marc Marquez è sempre più vicino. Stefan Bradl è ora al suo quarto anno come collaudatore Honda in MotoGP. Ma molti piloti hanno firmato contratti di un solo anno nel 2021 e la speranza di ritornare a pieno regime in pista si rafforza. Al momento preferisce non sbilanciarsi, ma bisogna tenere conto che il tedesco potrebbe portare molte informazioni utili sulla Honda agli avversari. “Chi lo sa. Al momento non è in discussione. Ma a volte le cose vanno molto velocemente in questo settore…”.
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