Jorge Lorenzo risponde alla provocazione di un tifoso sui social network riaccendendo la rivalità storica a distanza con Valentino Rossi
Anche oggi che è diventato un ex pilota e che i Gran Premi di MotoGP li segue a distanza, dal divano di casa sua, Jorge Lorenzo non ha perso la voglia di combattere. Ce ne siamo resi conto tutti nel corso delle ultime settimane, durante le quali il cinque volte campione del mondo ha dato spettacolo sui social network, non risparmiando stoccate e punzecchiature all’indirizzo di numerosi colleghi.
Mancava solo il rivale numero uno, colui che è stato a lungo il suo compagno di squadra nonché un suo grande avversario: Valentino Rossi, ovviamente. A stuzzicarlo sulla sua storica inimicizia con il Dottore ci ha pensato un tifoso, e Por Fuera non si è fatto pregare, rispondendogli per le rime.
La provocazione all’indirizzo del maiorchino riguardava due dei tre campionati del mondo che ha vinto in MotoGP, battendo il fenomeno di Tavullia. Il primo, quello del 2010, quando Vale fu messo fuori dai giochi per il suo infortunio. Il secondo, quello del 2015, concluso con la ben nota controversia del presunto “biscotto” con Marc Marquez nel Gran Premio di Valencia.
Insomma, l’appassionato contestava a Lorenzo che quei due titoli fossero in qualche modo meno meritati, e che fosse riuscito a battere il numero 46 più in virtù delle circostanze che della sua reale velocità in pista. Una tesi che Jorge ha respinto seccamente al mittente: “I numeri sono come il cotone, non ingannano e non possono essere modificati”.
Sul 2010, lo spagnolo ricorda che “al Mugello, quando Rossi si infortunò, avevo nove punti in più di lui. Sono diventato campione del mondo a 23 anni, con il record di punti”. Quanto al 2015, invece, “sono stato il pilota di gran lunga più veloce e con molta sfortuna in gara (ma è un’opinione”.
Dopodiché Lorenzo snocciola i numeri: quell’anno conquistò cinque pole position contro una per Rossi, sette vittorie contro quattro, sei giri veloci contro quattro, quattordici prime file contro cinque, 274 giri in testa contro 50. Insomma, sarebbero le cifre oggettive a testimoniare la sua superiorità.
E nemmeno la penalità inflitta in griglia di partenza a Valentino Rossi che lo costrinse a partire dal fondo nell’ultima e decisiva resa dei conti ha fatto la differenza: “Valencia era un circuito Honda e noi tre (Lorenzo, Marquez e Pedrosa, ndr) siamo stati molto bravi, a differenza di Valentino”, chiosa Jorge. “Sarebbe arrivato quarto anche partendo davanti”. Una sentenza senza appello, dunque, quella dell’iberico…
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