Miguel Oliveira parla della storica rivalità con Alex Rins e Maverick Vinales. Nel 2021 proverà ad entrare nel gruppo dei contendenti al Mondiale.
Miguel Oliveira affronta la sua terza stagione con la KTM dopo aver conquistato la sua prima vittoria in classe regina in Austria nel 2020, raddoppiando con il successo finale a Portimao. Adesso le aspettative sono alte, anche se in Qatar sarà un inizio in salita. Nei test invernali la RC16 ha faticato non poco , ma regna una buona dose di ottimismo per essere protagonisti tra i big. Il portoghese per buona parte della sua carriera ha lottato con Maverick Vinales e Alex Rins. “Abbiamo percorso insieme la stessa strada, ma abbiamo preso strade diverse. Sono sempre arrivato un po’ in ritardo”, dice Oliveira sulla rivista Motosprint.
Il primo ad arrivare in MotoGP dopo una sola stagione in Moto2 è stato Maverick Vinales. Poi è arrivato Alex Rins due anni dopo. Ultimo a raggiungere la classe regina è stato Oliveira. “Ho dovuto lavorare di più per salire di categoria e quando sono arrivato in MotoGP l’ho fatto con un team satellite. È stato difficile e ad un certo punto ho smesso di gareggiare con Viñales e Rins per non impazzire e perdere il ritmo. Alla fine un pilota non deve mai smettere di credere in se stesso, e se nei confronti con gli altri non tiene conto del contesto che genera determinati risultati, può cadere in un tunnel pericoloso”.
Nello scorso campionato Miguel Oliveira ha iniziato a raccogliere i frutti di un lungo e duro lavoro mietendo due trionfi. “Vincere ha sempre un grande impatto perché da un momento all’altro inizi a credere molto di più in te stesso. Sono sempre stato un pilota riflessivo: non ho mai perso la fiducia in me stesso, ma non ho nemmeno la capacità di analizzare i risultati. E ho cercato di capire perché ho vinto. Quindi, ovviamente, l’impatto emotivo di una vittoria ha un’onda lunga”.
Sarà una stagione al limite, con distanze ridotte, ma Miguel Oliveira sembra avere ben chiaro chi saranno i contendenti per il Mondiale 2021. “Morbidelli è uno dei rivali più pericolosi. La sua mentalità è corretta e ha obiettivi chiari. Mi sento come uno di quei piloti che possono aspirare al titolo. Vorrei aggiungere Joan Mir, perché è il campione, e tutti quelli che hanno combattuto con lui l’anno scorso. Quindi un grande gruppo di piloti, almeno sei o sette, che possono vincere il titolo, ma alla fine saranno davvero tre o quattro a giocarsela”.
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