L’abboccamento tra Andrea Dovizioso e la Aprilia per il test del mese prossimo a Jerez lascia qualche perplessità in Marco Melandri
Il mondo della MotoGP fa il conto alla rovescia per domenica 28 marzo, quando in Qatar prenderà il via il campionato del mondo 2020. Ma c’è grande attesa anche per un’altra data, forse meno importante ma non per questo meno affascinante: il 12 aprile, quando vedremo per la prima volta Andrea Dovizioso in sella ad un’Aprilia.
Per ora si tratta soltanto di un test. Ma è inevitabile che un campione attualmente disoccupato, che vuole tornare nel Motomondiale, e una Casa che ha grande bisogno della sua esperienza e della sua sensibilità tecnica per sviluppare la moto, finiranno per parlare anche degli eventuali programmi futuri.
Come ad esempio quello di un impiego a tempo pieno, non da collaudatore ma da pilota ufficiale, per il 2022. Tra gli osservatori c’è però anche chi è poco convinto della scelta fatta da Dovi e dal marchio di Noale, come Marco Melandri. Che la RS-GP la conosce bene, avendola portata al debutto in MotoGP nel 2015.
Melandri: “Perché Dovizioso non ha firmato a novembre?”
Macio premette che, secondo lui “il test di Jerez potrebbe avere senso se fosse l’inizio di un progetto a lungo termine”, è la sua affermazione ai microfoni del sito specializzato Formula Passion. “Per la stagione 2021 è decisamente tardi perché salirà su una moto a venti giorni dalla prima gara del campionato”.
Ma l’ex pilota, che oggi è impegnato come commentatore televisivo su Dazn, definisce comunque quella del forlivese “una mossa strana”. Perché già in passato la Aprilia lo aveva contattato, per offrirgli un posto da titolare, ma in quell’occasione Andrea aveva declinato: “Dovizioso a novembre avrebbe trovato un contratto migliore, non da collaudatore”, sottolinea Melandri.
Ciò non toglie che l’apporto che l’ex ducatista potrà portare al costruttore veneto è comunque forte: “Per quanto riguarda l’Aprilia invece dovrà avere la forza di seguire un pilota come Dovizioso“, conclude Marco. “Tutte le sue osservazioni non dovranno essere intese come critiche, ma come possibilità di crescita”.
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