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MotoGP

Carlo Pernat a TMW: “Chi vincerà in MotoGP? Vi svelo su chi scommetto”

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Fabrizio Corgnati

TuttoMotoriWeb.it intervista Carlo Pernat per fare un pronostico sulla MotoGP alla vigilia del primo Gran Premio stagionale in Qatar

TuttoMotoriWeb.it intervista Carlo Pernat

È uno dei più profondi conoscitori del paddock del Motomondiale, in tutti i suoi anfratti più nascosti. Ma è anche l’uomo dei pronostici, che non si tira mai indietro a cercare di prevedere gli scenari futuri della MotoGP. E, spesso e volentieri, ci azzecca.

Carlo Pernat, il veterano dei manager, è il personaggio ideale a cui rivolgersi per cercare di districare il bandolo della matassa uscita dai test pre-campionato e cercare di capire che cosa ci aspetta dal campionato del mondo che sta per cominciare. Per questo TuttoMotoriWeb.it lo ha raggiunto a Doha, in Qatar, per provare a vederci chiaro, con la sua metaforica palla di vetro.

“Valentino Rossi? Spero entri nella top 5, ma non ci credo”

Carlo Pernat, leviamoci subito il dente. Da Valentino Rossi che cosa ti aspetti, sia per il 2021 che per il suo futuro?
L’argomento non è facile da trattare. Per noi Valentino è la MotoGP: lo è stato, lo è e lo sarà ancora. Però, a 42 anni, l’età pesa. Ho sempre detto che la sua carta d’identità è taroccata, perché andava fortissimo, è asciutto, allenato, si diverte. Questo è il suo mondo, la sua Disneyland, e resterà qui fino alla sua ultima goccia di sudore sportivo.

Ma c’è un ma…
È chiaro che adesso ci sono tanti giovani, 20enni, assatanati, che picchiano, vanno forte. Mi piacerebbe molto vedere Valentino nei primi cinque, anche perché, se ci riuscisse, penso che proseguirebbe ancora per un anno. Ma, francamente, la vedo abbastanza difficile. Se ce la facesse, avrebbe battuto un ennesimo record. Anche senza vincere.

Insomma, lo speri ma non ci credi troppo?
No, onestamente no. A ventidue anni comanda il polso, perché rischi qualsiasi cosa. A quarantadue, comanda la testa. Mi sembra anche giusto.

“Marquez resterà un fenomeno, ma gli mancherà qualcosa”

A proposito di polso e di testa, parliamo di Marc Marquez. Lui era un pilota abituato a cadere senza farsi mai niente. Ora che ha vissuto il primo infortunio grave della sua carriera, quando tornerà – e sappiamo già che non sarà in Qatar – sarà cambiato qualcosa nella sua testa?
È una domanda interessante. Lui è stato vittima del peggiore degli incidenti, per un motociclista. La moto che ti arriva addosso, ti parte l’omero, la soluzione medica completamente sbagliata… Un calvario. Il film che mi faccio io è che sarà un Marquez meno qualcosa. Sarà sempre lui, l’uomo da battere, ma gli mancherà un 5%, o un 10%. La percentuale la conosceremo quando lo vedremo.

Ci penserà due volte, prima di rischiare?
Deve stare molto attento. Sarà sempre un fenomeno, ma ora è in una situazione difficile. Sta facendo di tutto per tornare a correre, però sono convinto che tornerà quando sarà al 100%, non al 90%. Non glielo permetteranno i medici. Quello che gli è successo non è serio, di più. Si rischia anche la carriera per una cosa del genere.

“Vinales non è all’altezza della Yamaha”

La Yamaha ha scelto i piloti giusti, oppure si sta mangiando le mani per aver promosso troppo presto Quartararo invece di Morbidelli?
Questo discorso non è facile. Le decisioni vanno prese sempre prima, giuste o sbagliate che siano. Se devo dire la mia, le punte saranno Quartararo e Morbidelli. Non credo che Vinales sia all’altezza, e purtroppo lo ha dimostrato. Forse quella di lasciare Franco alla Petronas è stata una scelta del suo capotecnico, Ramon Forcada. Se ci fate caso, in Yamaha va sempre più forte la moto dell’anno prima. La soluzione è anche furba.

E la M1, nel frattempo, è migliorata?
La Yamaha l’abbiamo tanto criticata, me compreso, ma l’anno scorso ha vinto sette Gran Premi: praticamente la metà. Sicuramente ha avuto dei problemi, ma era una moto comunque vincente. Quest’anno il motore non può essere cambiato, per via del congelamento, ma sulla parte aerodinamica hanno fatto un lavoro enorme: nei test hanno portato addirittura tre collaudatori, una roba mai vista. La moto è guidabilissima, ma di velocità ce n’è poca, forse troppo poca. Quindi il pilota dovrà fare la differenza.

“Ducati nella nuova era”

La Ducati è andata fortissimo nei test. Ma è davvero la favorita per il Mondiale, o domina in Qatar perché è la sua pista?
Hanno fatto delle ottime prove, ma Losail è un circuito Ducati. La differenza di velocità è pazzesca. Al momento mi pare favorita per le due gare del Qatar, ma non per il Mondiale. Quando saremo a Jerez e Portimao vedremo davvero se la moto è cambiata un po’ o meno. I piloti sono motivati: Miller l’abbiamo ritrovato ancora meglio di come l’avevamo lasciato, Bagnaia mi pare che si sia ripreso. C’è l’incognita Zarco e poi tre debuttanti che hanno mostrato di essere veramente forti: Martin, Bastianini e Marini. È la nuova era.

La Suzuki è la Casa che ha cambiato meno, ma la novità più grande riguarda i vertici. La mancanza di Davide Brivio si farà sentire?
Innanzitutto quello che mi ha colpito della Suzuki nei test è che è stata l’unica Casa a provare già il motore 2022. Quindi vuol dire che è abbastanza fiducioso del materiale tecnico che ha quest’anno. Sono campioni del mondo, hanno una moto guidabilissima, e hanno un pilota iridato e l’altro che si sente anche più forte di lui. Questo confronto tra i due è positivo. Restano tra i favoriti, con entrambi i portacolori.

“Dovizioso è il jolly per la Aprilia”

A deludere è stata la Ktm, da cui ci si aspettava un maggior passo in avanti.
E dire che l’anno scorso, qui in Qatar, avevano anche fatto bene. C’è qualcosa che non funziona in quella moto, ma il problema tecnico lo metteranno a posto, perché sanno lavorare bene. Soprattutto credo che gli manchino i piloti vincenti. Oliveira e Binder sono forti, ma non mi convincono fino in fondo. Petrucci è molto alto, pesa, e magari sulla Ducati ci stava meglio. E chi ha scelto Lecuona andrebbe licenziato: è una moto buttata via, andava lasciato in Moto2 ancora per lo meno un anno.

Infine la Aprilia, dove si affaccia la novità Andrea Dovizioso.
Come l’anno scorso, la moto è discreta. Ma la squadra è debole, perché il secondo pilota Savadori è giovane: speriamo che si faccia, ma ci metterà un po’. Inoltre è l’unica azienda a non avere un collaudatore. Dovizioso ha voglia di correre, la Aprilia ha un bisogno esagerato di un tester come lui. È un jolly che si sono ritrovati, ma devono tirarlo fuori. Devono riuscire a fargli un contratto di due anni: il primo come tester, con qualche wild card, il secondo da pilota ufficiale. Così arriverebbe la svolta, altrimenti faranno molta fatica a fare risultato.

Se avessi cinquanta centesimi da buttare, su chi li scommetteresti per la vittoria del Mondiale?
Ne punterei venticinque su Miller e venticinque su Morbidelli…

Fabrizio Corgnati

Valentino Rossi (Foto Petronas)
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