Suo padre Michael non sarà nel box a seguire il suo esordio in Formula 1, ma la sua presenza aleggia comunque sul figlio Mick Schumacher
A cavallo tra il passato, quello del suo leggendario padre Michael Schumacher, e il futuro, quello della sua carriera in Formula 1 che inizierà proprio questo weekend con il Gran Premio del Bahrain. È stata una conferenza stampa coinvolgente e perfino emozionante, quella che ha visto protagonista Mick Schumacher oggi a Sakhir. L’incontro di rito con i giornalisti alla vigilia del weekend di gara si è trasformato in una sorta di confessione, a tratti anche profonda.
Come quando Schumino ha risposto, pur mantenendo la sua proverbiale riservatezza, su quanto pesi l’assenza di papà nel box alla corsa inaugurale della sua carriera nella massima Formula: “Non parlo di questioni private”, ha premesso. “I miei non sono qui, ma sento che sono vicini e mi aiuteranno ad affrontare questo esordio”.
Michael Schumacher non c’è fisicamente, del resto, ma la sua presenza aleggia ed è palpabile. Come quando Mick ricorda che fu proprio lui a vincere la prima edizione nella storia di questa corsa: “Mi sarebbe piaciuto andare a Melbourne per iniziare, ma anche questo circuito è bello. Qui, nel 2004, mio padre vinse la prima gara disputata in Bahrain. Quindi sono felice di essere qui a Sakhir“.
Oppure quando un giornalista lo stuzzica sul fatto che in pista, contro di lui, ritroverà Kimi Raikkonen e Fernando Alonso, che furono storici avversari anche di suo padre: “Un po’ è buffo, ma questo spiega anche il loro successo. Sono curioso di vedere come andrà in pista. Raikkonen lo conosco bene, è sempre stato molto gentile con me, anche nel dare consigli”.
Ora, però, i riflettori sono puntati tutti sul giovane Mick, perché l’avvenire sportivo appartiene a lui: “Sono entusiasta, la strada per arrivare fin qui è stata lunga. I test sono stati un primo assaggio, ma voglio di più. Non avere avuto tanto tempo a disposizione è stato un po’ deludente e triste, ma abbiamo fatto il possibile e dovremo sfruttare al massimo l’esperienza fatta. Ho comunque avuto modo di conoscere bene il team e costruire un buon rapporto con ognuno di loro. Loro sono motivati e questo motiva anche me. Sapere che tutti spingiamo nella stessa direzione dà qualcosa in più e non vedo l’ora d’iniziare”.
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