Joan Mir è solo decimo nelle qualifiche del Gran Premio del Qatar, la prima tappa della stagione in cui è chiamato a difendere il titolo
“Cosa c’è che non va? Di preciso non lo sappiamo”. Se c’è qualcosa di più preoccupante, per la Suzuki, del risultato di Joan Mir nelle qualifiche del Gran Premio del Qatar, è l’apparente incapacità del campione del mondo in carica di spiegarsene i motivi.
L’iridato uscente si deve accontentare della quarta fila sulla griglia di partenza di Losail, staccato di quasi un secondo dalla vetta. E la delusione, comprensibilmente, è forte. “Non sono contento delle qualifiche, ci manca ancora molto”, commenta Mir al termine del sabato. “Ho cercato di dare il massimo, anzi, anche qualcosa in più, ma la situazione non è migliorata. Forse perché sono stato fin troppo aggressivo”.
Non è certamente l’inizio che si aspettava, per un campionato in cui è chiamato a difendere il titolo mondiale conquistato nella passata stagione. Il problema è che la sua Suzuki non pare proprio tecnicamente all’altezza delle concorrenti. “Non andiamo abbastanza forte, non sono mai stato particolarmente veloce in nessun giro”, ammette lo spagnolo. “Ho qualche problema in frenata e non ho il giusto feeling con la gomma anteriore. Non riusciamo a fare due time attack con lo stesso pneumatico, questo vuol dire che la moto non è a posto”.
Se dovesse confermare l’andamento visto l’anno scorso, almeno Joan potrebbe sperare di andar meglio in corsa rispetto alle qualifiche: “Il passo oggi siamo riusciti a migliorarlo. Ma di certo questi non sono tempi da gara. Sarà molto lunga, parliamo di ventidue giri, con un elevato consumo delle gomme e poca aderenza, visto che prima di noi girerà la Moto2. Arriveremo tirati alla fine, ma questo vale anche per tutti gli altri. Dovrò cercare di gestire la situazione al meglio”.
Per centrare l’obiettivo del podio, però, occorrerà che “la Ducati vada male e che noi andiamo bene”, ci scherza su Mir. “Guardando il loro passo gara, non sembrano così competitivi come sul singolo giro. Certo, sul rettilineo sarà difficile stargli dietro. Invece con le Yamaha dovremmo riuscire a difenderci”.
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