Max Verstappen non vuole cedere ai facili entusiasmi, ma la prima pole position dell’anno nel GP del Bahrain lo propone già come leader
Guai a parlargli di titolo mondiale: “Siamo partiti nel modo giusto, ma non ci sono garanzie”. In effetti, forse indicarlo come favorito per la conquista di un campionato del mondo quando ancora non si è corsa nemmeno la prima gara di questa lunghissima stagione da ben ventitré Gran Premi è quantomeno prematuro.
Eppure a Max Verstappen sono bastati tre giorni di prove invernali e la prima qualifica dell’anno per issarsi in cima, anche se provvisoriamente alle gerarchie di questa annata 2021 di Formula 1. E lui, per quanto cerchi di non cantar vittoria prima del tempo, se ne è accorto bene.
“Ci siamo comportati bene fin dai test pre-campionato, ma questo non ci garantisce che andremo forte ad ogni gara”, ha commentato a caldo dopo la pole position. “Ma in queste qualifiche è andato tutto alla perfezione. Sono ovviamente molto contento della pole position. La macchina finora ha funzionato bene, è anche divertente da guidare”.
Verstappen punta domani alla prima vittoria. E poi chissà
La vera differenza, l’olandese della Red Bull l’ha fatta nel suo secondo e decisivo tentativo: “Il mio primo giro non è stato eccezionale, sapevo di poter fare meglio, anche se non sapevo di quanto. La macchina era bilanciata e quindi potevo spingere di più. L’asfalto era molto caldo, quindi dovevo stare attento a non surriscaldare le gomme posteriori. E chiaramente con un vento così variabile non è facile trovare l’assetto giusto. Ma sono riuscito ad esprimermi al meglio”.
Ora l’obiettivo è fissato sulla corsa di domani, quando Verstappen sarà chiamato a trasformare la pole nella prima vittoria. Nelle sue parole si legge un certo ottimismo al riguardo: “Le mie simulazioni di gara sono andate bene. La macchina funzionava, va forte, dobbiamo solo cercare di mettere insieme tutti gli aspetti, a partire dal via, quando sarà importante scattare al meglio e fare un buon primo giro”. Se ci riuscisse davvero, allora sì che pensare al Mondiale non sarebbe più un tabù.
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