Il team principal della Mercedes, Toto Wolff, e il suo pilota Lewis Hamilton lamentano di essere stati penalizzati dal nuovo regolamento
Il cambio di regolamento aerodinamico introdotto dalla Formula 1 nella stagione 2021? Aveva un solo, chiaro e unico obiettivo: tagliare le gambe alla dominante Mercedes. Questa, almeno, è la versione offerta dai diretti interessati, i campioni del mondo in carica.
Impossibile sapere se la Freccia nera stia facendo solo la vittima, nelle battute iniziali del primo campionato, dopo sette anni di monopolio consecutivo, in cui sembra avere trovato pane per i propri denti, grazie ad una Red Bull che sta emergendo come favorita a sorpresa. O se, al contrario, ci fosse davvero la volontà di penalizzarla.
Per averne la certezza, bisognerebbe entrare nella testa dei vertici della Federazione internazionale dell’automobile e capire le reali intenzioni che hanno portato alla decisione di tagliare il fondo delle vetture in questa annata. Di sicuro, però, c’è un dato di fatto: volenti o nolenti, le norme 2021 hanno effettivamente colpito di meno le vetture con più inclinazione da terra (come la Red Bull e anche la stessa Ferrari) e di più quelle che, al contrario, sono più “piatte”. Come la Mercedes.
E gli stessi uomini di Brackley non hanno mancato di sottolinearlo, dopo la prima qualifica dell’anno in cui entrambi i loro piloti hanno preso la paga da Max Verstappen. “Per il pubblico è positivo che ora dobbiamo lottare ancora più duramente”, ha dichiarato il team principal Toto Wolff. “Lo sport voleva raggiungere questo punto e ci è riuscito”.
Ancor più forte è giunto il lamento di Lewis Hamilton: “Non è un segreto che questi cambiamenti siano stati pensati per farci arretrare. Lo stesso è accaduto a metà della scorsa stagione con il cosiddetto ‘bottone magico’. Ma va bene così: a noi piacciono le sfide. Continueremo semplicemente a lavorare sodo e a dare il massimo”.
Purtroppo per la Mercedes, non esistono soluzioni semplici a questo problema: limitarsi a copiare la filosofia della Red Bull non è infatti una possibilità percorribile. “Non possiamo soltanto alzare la vettura al posteriore e così andrà tutto a posto”, ha proseguito Wolff. “La nostra macchina ha un concetto diverso, perciò dobbiamo soltanto trarre il massimo dalle opzioni che abbiamo. Abbiamo migliorato la macchina dai test e ora non è più così nervosa come prima. Ora non abbiamo altra scelta se non quella di continuare a lavorare per recuperare il distacco”.
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