Dopo aver stupito tutti in Bahrain Tsunoda racconta l’emozione di aver superato Alonso, uno dei suoi idoli d’infanzia.
In realtà Yuki Tsunoda non è stata una sorpresa. Erano in molti ad aspettarsi una buona prestazione da parte sua a Sakhir, e lui da vero Samurai non ha tradito le attese. Miglior debuttante dell’anno nel 2020 in F2, nel suo primo GP di F1 il nipponico ha foderato grinta, aggressività, parlantina e decisione, sgombrando immediatamente il campo da qualsiasi paura o timore reverenziale.
Tredicesimo sulla griglia di partenza, una volta spenti i semafori il 20enne si è scatenato dando vita a una corsa gagliarda e senza sbavature conclusa in decima piazza.
Certo, dalla sua ha un’Alpha Tauri in crescita e spinta da un super propulsore come quello portato per questa campagna dalla Honda, ma il confronto con Mick Schumacher e soprattutto Nikita Mazepin, è quasi impietoso.
Particolarmente amato dal talent scout della Red Bull Helmut Marko, il #22, ha dimostrato di meritare effettivamente le lusinghe della vigilia.
Coraggioso e dal carattere quasi italiano, il giapponese a fine corsa ha ammesso di essersi gasato in una fase particolare della battaglia, ovvero quando si è trovato a sorpassare Alonso, poi costretto al ritiro per il surriscaldamento dei freni.
“Ho apprezzato l’interno weekend, soprattutto quando nel Q1 ho segnato il secondo miglior crono con le gomme soft e in generale il gran premio. Sorpassare Fernando, poi, è stato piuttosto emozionante”, ha raccontato lo scricciolo di Sagaminhara. “Era il pilota preferito di mio padre e il mio eroe da bambino. L’ultima volta che l’ho visto avevo forse 7 o 8 anni”.
Non si tratta certo del primo caso di incontro tra idolo e tifoso all’interno di uno stesso sport, però quando capita è sempre magico.
“Seguendolo da vicino ho potuto osservare il suo stile di guida fluido e “rubarlo”. Quando sono passato ho cercato di imitarlo e questo mi ha permesso di prendere vantaggio”, ha infine svelato.
Chiara Rainis
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