La Ducati ha battuto il record di velocità massima in MotoGP con i 362,4 km/h di Johann Zarco. E per Michele Pirro può fare ancora di più
362,4 km/h. Nel fine settimana del Gran Premio del Qatar, Johann Zarco ha iscritto il suo nome, e quello della Ducati, nel Guinness dei primati della MotoGP: mai nessuno aveva raggiunto un picco di velocità di punta del genere nella classe regina del Motomondiale.
Non poteva che riuscirci la Rossa di Borgo Panigale, notoriamente dotata del maggior numero di cavalli di tutta la griglia di partenza. “Ma la cosa da capire è che non è solo una questione di potenza del motore”, chiarisce il collaudatore Michele Pirro ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Quella l’abbiamo sempre avuta. Il di più che ci permette di arrivare a questi limiti è dato dal lavoro effettuato su tutto il pacchetto, quindi sull’aerodinamica che ti permette di non volare via, sull’elettronica, sul telaio”.
Michele Pirro può spingere la Ducati ancora più in là
Eppure la MotoGP non è solo questione di velocità, come sanno bene i protagonisti: “Quando si va così forte in rettilineo è una figata, se si arrivasse anche a 370 noi piloti saremmo contenti”, spiega il pilota di San Giovanni Rotondo. “Il fatto è che la curva arriva prima, e cambia la forza che serve per frenare e curvare. Ci vogliono occhio e abitudine”. Il record stabilito nello scorso weekend non rappresenta comunque il limite estremo di questa Desmosedici: “Difficile dirlo, penso che qualcosina si riesca ancora a limare, ma non è scontatissimo”, sostiene Pirro.
E se poi si potesse scatenare tutta la cavalleria della moto bolognese solo su un lungo dritto, senza preoccuparsi di curvare… “Se pensi che in Qatar il rettilineo è poco più di un chilometro e che la curva precedente è lenta, significa che in circa 800 metri passi da 80 a 360 km/h”, conclude Pirro. “Immagina se avessi 500 metri di accelerazione in più. Se a queste moto dai spazio, se allunghi i rapporti e se non hai la preoccupazione di curvare passi tranquillamente i 400 km/h. Senza problemi, facile. Anzi, se quest’anno riusciamo a vincere qualcosa di importante, chiedo a Gigi Dall’Igna di potermi lanciare su qualche pista da due o tre chilometri, magari di un aeroporto, per vedere a che velocità arriva la Desmo…”.
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