Valtteri Bottas deve dimenticare in fretta l’esordio in Bahrain. O rischia di entrare in un tunnel da cui difficilmente potrà uscire
Dopo il primo Gran Premio in Bahrein, se c’è qualcuno che sembra deluso nel paddock è senz’altro Valtteri Bottas. Per il finlandese un weekend d’esordio tutt’altro che memorabile. Difficoltà a non finire, mai capace di esprimersi ad alti livelli, tanto poi da pronunciare quella frase choc nei confronti della sua Mercedes (“È inguidabile”) che, vedendo il curriculum dal 2014 in poi della casa di Stoccarda, sembra un oltraggio al pudore. In gara poi una partenza come sempre complicata, chiusa con un terzo posto a distanza siderale dal duo Hamilton-Verstappen, complice anche il problema al pit stop.
Ma chissà cosa sarebbe successo con un Perez al meglio, senza i problemi al via che hanno costretto il messicano a partire dai box per poi vederlo rimontare furiosamente fino alla quinta piazza. Più di qualcuno tra gli addetti ai lavori infatti pensa che il duello tra seconde guide lo avrebbe visto, anche in questo caso, soccombere.
I numeri di Valtteri
Strano vedere Bottas iniziare così sottotono una stagione. Nel 2017, al suo arrivo in Mercedes, un terzo posto a Melbourne, seguito da un ottavo la stagione successiva. Ma sono gli unici nei del pilota di Nastola, che nel 2019 e lo scorso anno ha iniziato col botto centrando subito la vittoria, mostrando almeno fino quasi a metà stagione un ottimo potenziale, per poi calare vistosamente alla distanza, merito di un Lewis Hamilton schiacciasassi, sia in pista che nella testa del finlandese.
Ora o mai più
“Ho imparato tanto questo inverno – ha spiegato il 31enne finlandese a margine della presentazione della W12 a inizio stagione-. Ho voluto focalizzarmi sui dettagli, per migliorare a livello fisico e mentale. Vorrei arrivare a fine stagione senza rimpianti“.
E il gradino più basso del podio nel weekend scorso non è così clamorosamente negativo dal punto di vista prettamente del risultato sportivo, ma può essere un campanello d’allarme. Infatti quella frase pronunciata durante le libere al suo muretto nasconde qualcosa di più profondo.
Bottas da quel GP di Sochi 2018, quando fu costretto a far passare Hamilton, in lotta allora con Vettel per il Mondiale, si sente ormai un secondo incapace di poter diventare un primo pilota. C’ha provato a cambiare la realtà, ma i risultati non lo hanno premiato. Sembra non essere al livello di quel Nico Rosberg che nel 2016 soffiò il titolo a Hamilton con la stessa auto. E non solo per ordini di scuderia. L’andamento della stagione 2020 poi non ha fatto che acuire le sue incertezze. Oltre ai risultati record del britannico, nel finale anche il confronto con il giovane Russell lo ha destabilizzato.
Ora Bottas sa che davvero può giocarsi la sua ultima chance in Mercedes, ma questa “scadenza” può essere sia uno stimolo a dare il massimo senza fare alcun progetto, libero da pressioni e condizionamenti, sia un peso enorme per chi non sa cosa ne sarà del suo futuro. E l’andamento del primo gran premio stagionale sembra far propendere pericolosamente per questa seconda ipotesi. Certo è che ora è arrivato davvero il momento per Valtteri di cambiare la sua storia e, con un colpo di coda, dimostrare di poter essere qualcosa che finora non è mai stato. Ma se queste sono le premesse….
LEGGI ANCHE —> Bottas bocciato senza appello: “Non ha chance di battere Hamilton”