La Mercedes è stata la prima “vittima” della nuova regola della FIA. Al termine del GP del Bahrain la W12 di Bottas è stata ispezionata.
Alla vigilia del round inaugurale della stagione 2021 la Federazione Internazionale aveva annunciato che da Sakhir sarebbero partiti una serie di controlli extra. Ciò significa che al termine di ogni corsa i delegati sceglieranno una vettura a caso tra quelle arrivate tra i primi dieci da smontare per verificare l’eventuale presenza di irregolarità.
E chissà se per dare il buon esempio o per sorteggio, la prima monoposto ad essere vagliata nel dettaglio dai commissari è stata la Mercedes. Non quella che ha vinto di Lewis Hamilton, bensì quella di Valtteri Bottas, giunta al terzo posto.
Secondo quanto riportato da Motorsport.com La W12 del #77 è stata smontata in particolare per quanto concerne le parti interne delle sospensioni anteriori e posteriori. Sono stati inoltre analizzati tutti i sensori collegati e stabilite la connessioni a telaio, centralina ed altre unità.
Il responsabile tecnico Tombazis rassicura le squadre
Forse per evitare repliche del caso “Mercedes Rosa” che aveva tenuto banco nelle prime prove del 2020 o ancora in precedenza del presunto motore dopato della SF90, quest’anno i federali hanno voluto aumentare la loro presenza nei box.
Sebbene un simile provvedimento possa far sorgere un po’ d’ansia nelle scuderie, dal canto suo l’ente ha tenuto a sottolineare come questi interventi siano stati programmati con il solo intento di garantire la trasparenza, per il bene dello sport e della sua credibilità anche agli occhi del pubblico.
Come sappiamo la F1 è sempre stata un campo sperimentale in cui i tecnici più sopraffini hanno saputo tirare fuori delle trucchetti, dei colpi di genio, alcuni al limite della legalità. Ecco, giusto per arginare le zone grigie, e spegnere qualunque intuizione, la FIA ha optato per la strada del monitoraggio capillare. Ciò significa che, in caso di componente poco chiara, questa verrà immediatamente prelevata e posta sotto sequestro al fine di ulteriori accertamenti.
Chiara Rainis