La rivalità tra Italia e Spagna in MotoGP rimane quella più accesa. E Pol Espargarò conferma che il primo nella lista è Valentino Rossi
Il derby più acceso e sentito del Motomondiale è sempre lo stesso: Italia contro Spagna. Da sole, queste due nazionalità rappresentano quasi i tre quarti della griglia di partenza della classe regina: sedici rappresentanti su ventidue. In termini di numero, i nostri cugini iberici vincono con i loro ben nove portabandiera. Ma la stagione 2021 segna il massimo assoluto di sempre per la presenza di azzurri nello schieramento: sette, non erano mai stati così tanti da quando esiste la MotoGP, ovvero da quasi vent’anni a questa parte.
E, sempre da allora, i titoli iridati se li sono divisi quasi equamente le due nazionalità (sei all’Italia grazie a Valentino Rossi, dieci alla Spagna grazie a Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Joan Mir). A confermare come non soltanto i tifosi, ma anche i piloti stessi avvertano questo scontro sciovinistico è stato Pol Espargarò. “Tra tutti i piloti del Mondiale c’è un buon rapporto, anche se con il procedere delle gare qualcosa può cambiare”, ha spiegato nel corso di un’intervista sul canale Twitch di El Chiringuito. “Chiaramente esistono dei piccoli gruppi, come gli spagnoli e gli italiani”.
Valentino Rossi, rivalità e rispetto
E se le nostre controparti di punta sono tante, a difendere l’onore del tricolore è soprattutto un nome su tutti: “In particolare con Valentino Rossi“, conferma Espargarò. Insomma, nonostante i suoi quarantadue anni di età e le molte stagioni di fila senza lottare per il Mondiale, il Dottore continua ad essere il primo avversario degli spagnoli. “A parte mio fratello, non posso avere amici qui”, prosegue il pilota della Honda. “Ma c’è rispetto perché siamo colleghi e andiamo d’accordo”.
Nonostante la rivalità, Espargarò manifesta insomma grande stima nei confronti della longevità agonistica del fenomeno di Tavullia. “La cosa più complicata che noi piloti dobbiamo fare è adattarci alle nuove generazioni”, conclude Pol, “come è capitato a me l’anno scorso con Binder e Oliveira (suoi compagni di squadra alla Ktm, ndr). Perciò Valentino deve reinventarsi tutti gli anni. Da quando iniziò a correre ad oggi, i cambiamenti sono stati brutali. Quello che fa Valentino è qualcosa di un altro mondo, grazie alla sua adattabilità”.
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