95 anni fa veniva al mondo uno dei miti della F1, Jack Brabham. Unico pilota ad avere vinto il titolo su una vettura col proprio nome
Oggi, 2 aprile, avrebbe compiuto 95 anni anni un mito delle quattro ruoto, Jack Brabham. “Sir Jack”, o “Jack il chiacchierone” o ancora “Black Jack” i nomignoli che gli affibbiarono all’epoca i giornalisti. Era l’antidivo per eccellenza l’australiano, che è entrato nella storia della Formula 1 non solo per i suoi successi sportivi personali ma anche per la sua scuderia, tra le più rinomate del Circus.
Da meccanico a pilota
Classe 1926, fin da subito mostrò interesse per le corse d’auto. Si iscrisse anche all’istituto tecnico di Kogarah, dove intraprese studi in metallurgia, lavorazione del legno e disegno tecnico. Ma a quindici anni abbandonò la scuola, e fece il meccanico in un’officina. Questo però non lo fermò. Contemporaneamente infatti studiò ingegneria in una scuola serale, prima di arruolarsi nella Royal Australian Air Force, sperando di diventare pilota (invece fu un semplice meccanico). Nel ’46 altro cambio di vita, quando si dedicò alla riparazione di auto.
Quasi per caso finì col cominciare a correre con le monoposto. Poi nel 1955 lo sbarco in Europa, dove Brabham cercò inizialmente senza successo un ingaggio dalle scuderie italiane e tedesche. Cercò i costruire una partnership con la casa inglese Cooper, ma alla fine gli furono solo consegnate le chiavi del camion per trasportare le vetture sui tracciati. Il debutto arrivò solo al Gran Premio di Gran Bretagna: ultimo in qualifica, si ritirò in gara per la rottura del motore.
Fu nel 1957 che arrivarono le prime vere opportunità con la Cooper. Poi nel 1959 la svolta: Brabham, da outsider, vinse a Monaco e in Gran Bretagna e si piazzò secondo il Olanda, terzo in Spagna e Italia. Risultati che gli permisero di portarsi a casa il suo primo campionato del Mondo. Nel 1960, l’australiano fece il bis con una serie di cinque vittorie consecutive.
Un team tutto suo
Nel 1962 un altro passo importante, quello che lo portò a fondare un team con il suo nome. Una decisione che però inizialmente sembrò essere sbagliata. I risultati furono scarsi, a parte il secondo posto in Messico nel 1962 e i due terzi posti in Belgio e Francia l’anno successivo. Nel 1965 fece un passo indietro conquistando un solo terzo posto. Nel 1966 però ecco arrivare il suo terzo titolo iridato. La Ferrari infatti, favorita della stagione, perse John Surtees a causa di polemiche. Brabham, vinse consecutivamente quattro gare e si portò a casa il mondiale, unico pilota ad avere vinto il titolo su una vettura col proprio nome. L’ultimo grande squillo di una carriera che andò avanti fino al 1970, quando vinse il gp di Sudafrica e chiuse quinto nel Mondiale.
Alla fine il curriculum reciterà: 3 titoli, 14 vittorie, 13 pole, 31 podi, 253 punti. Ma anche come scuderia la Brabham ha lasciato il segno: fino al 1992, ultimo anno nel Circus, ha disputato 395 gare con 35 vittorie e 4 titoli mondiali, due dei quali con Nelson Piquet.
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