In Bahrain la Red Bull ha dimostrato di poter battere senza fatica la Mercedes, ma per il boss Wolff vale solo per il giro secco.
Lewis Hamilton ha salutato il combattuto GP di Sakhir come ciò che tutti i tifosi di F1 stavano aspettando da tempo e utilizzando un po’ di sana tattica si è detto convinto, e quasi eccitato all’idea, che da qui a fine stagione saranno numerose le occasioni in cui la Red Bull sarà loro davanti.
Dominare senza avere mai un vero rivale toglie valore a quanto si è conquistato e probabilmente anche la motivazione. Ecco perché le parole del sette volte iridato non devono comunque essere considerate come parzialmente sentite. Tutti infatti ci chiediamo, cosa rimarrà, al di là dei numeri, dei record frantumati da Ham, e ancora, dei mondiali targati Mercedes.
Dal canto suo il boss delle Frecce Nere mette le cose in chiaro. Pur essendosi avvicinata, la scuderia energetica è ancora lontana dall’agognato sorpasso, o almeno, così è per quanto concerne la domenica. Secondo il dirigente austriaco la squadra da lui diretta sarebbe ancora un gradino sopra in gara.
“In passato il Bahrain non è mai stato un appuntamento ideale per l’equipe di Milton Keynes, ma è evidente che non è più così”, ha analizzato il 49enne sul sito ufficiale della F1.
“Sabato pomeriggio ci sono mancati 4 decimi. Un distacco importante e molto difficile da colmare. Adesso dovremo capire come mai in corsa tutto è andato bene sul fronte assetto e gomme, mentre nei giorni precedenti no”, ha sottolineato la sofferenza della W12 nelle qualifiche.
Per concludere la sua riflessione il team principal si è lasciato scappare un commento anomalo. A proposito dell’exploit dei suoi piloti nel corso del GP ha buttato lì: “Non è che la prestazione ci è arrivata all’improvviso. E’ stato un mix di strategia, costanza e fortuna”.
E se invece la monoposto tedesca nascondesse un segreto che la rende ancora la migliore sulla distanza?
Chiara Rainis