Il boss Mercedes Wolff torna a parlare dell’ultima grande rivalità in F1, ovvero quella tra Hamilton e Rosberg nel 2016.
Il periodo trascorso a gestire Lewis Hamilton e Nico Rosberg deve averlo sconvolto. E come dargli torto. Ogni weekend di gara il team principal Toto Wolff si trovava a dover dirimere qualche lite e in particolare alla domenica a sgranare il rosario nella speranza che i suoi non si buttassero fuori pista. Anche se il ricordo del 2016 in Mercedes è vissuto tutt’ora come un incubo, per noi spettatori è stato l’ultimo scampolo di un po’ di sana rivalità tra compagni di squadra. Sicuramente più eccitante rispetto a quella mascherata tra Leclerc e Vettel in Ferrari nel 2019 , per il dirigente austriaco è stata causa di forte malessere.
A suo avviso ha portato solamente negatività all’interno del gruppo di lavoro e probabilmente non ha permesso ai due piloti di esprimersi al meglio delle loro capacità.
“In fase di debriefing l’atmosfera era sempre pessima perché tra di loro c’era ostilità. Per quanto mi riguarda non permetterò più nulla del genere”, ha raccontato a Motorsport.com.
Essendo subentrato in squadra nel 2013, il viennese ha dovuto accettare frizioni e cicatrici pregresse. “Nessuno di noi era a conoscenza di cosa fosse successo davvero tra loro in passato”, ha detto rivelando come adesso la creazione di una dinamica positiva tra i due driver sia diventata un suo cruccio, un suo punto cardine.
E alla luce di ciò che narra il suo garage, c’è da credere che questo compito non sia esattamente complicato per l’uomo più furbo del paddock. Bottas infatti, non è certo il biondo cresciuto a Montecarlo, all’epoca motivato non solo dalla voglia di battere il vicino di box, ma pure e soprattutto dal desiderio di mostrare al padre Keke di essere in grado di fare come lui, ovvero di vincere un mondiale con l’unica differenza di farcela portandosi a casa anche dei GP.
Chiara Rainis