Un inizio di campionato che lo ha portato davanti a tutti nel Mondiale. Ora Zarco cerca conferme e spera di imitare Mir
Alzi la mano chi credeva che dopo la doppietta in Qatar in testa al Mondiale MotoGP ci fosse lui, Johann Zarco. Forse neanche lui stesso, ma la realtà è che con due secondi posti consecutivi il francese per ora è lì, a guardare tutti dall’alto in basso.
E pensare che nel 2020 neanche doveva esserci più nella classe regina. Lui, due volte campione del mondo della Moto2, con la Yamaha aveva fin da subito fatto vedere di che pasta era fatto. A partire dall’esordio nel 2017, proprio in Qatar. Due sesti posti in classifica generale, prima dell’azzardo Ktm che il 31enne di Cannes ha tentato a inizio 2019. Un matrimonio quello con la moto austriaca mai nato e finito come peggio non poteva, con un divorzio durante la stagione, prima del rientro non troppo felice con Honda.
E lì davvero la favola di Zarco poteva finire. Invece ecco entrare in gioco la Ducati e Gigi Dall’Igna, che lo fanno desistere da un possibile ritorno in Moto2 per mettersi di nuovo in gioco, stavolta su una Rossa ma del team Esponsorama Racing. Una stagione di adattamento, poi la svolta a Brno con il primo podio e il gran premio di casa, a Le Mans, con un quinto posto che gli fa capire ancor di più che è sulla strada giusta nel suo adattamento alla Desmosedici.
Poi ecco la promozione in Pramac e i due secondi posti di questo inizio di stagione. Un esordio come mai aveva fatto in MotoGP Zarco. Il miglior piazzamento era un secondo posto in Argentina nel 2018 al secondo appuntamento iridato. Stavolta invece è lì, davanti a tutti. Ed è bello vederlo sorridente, lui che ha rischiato di mollare tutto.
“Ducati ha il potenziale adesso per essere sul podio a ogni gara”, ha detto il weekend scorso. Segno che davvero il francese ora ci crede come non mai. Se la Ducati ufficiale ha deluso, lui invece gongola. E, come insegna Mir, per vincere un Mondiale serve anche una grande costanza di rendimento e non solo gli acuti delle vittorie.
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