Francesco Guidotti, team manager del team Pramac, entusiasta dopo i risulti della sua squadra in Qatar.
Ducati sarà soddisfatta a metà per la mancata vittoria in Qatar, ma sicuramente Pramac Racing ha molti motivi per essere felice dell’inizio di Mondiale. Due podi per Johann Zarco, uno per il rookie di Jorge Martin (con pole position), con il francese leader provvisorio della classifica piloti. Il binomio tra il team di Paolo Campinoti e la casa di Borgo Panigale ribadisce la sua solidità, dimostrando che anche la squadra satellite ha lo stesso potenziale del team factory.
Un risultato eccellente che ripaga il lavoro svolto da Francesco Guidotti e dai suoi uomini. “Tanto lavoro, tanta preparazione per piloti e tecnici, una moto e un supporto tecnico che ci ha permesso di farlo, e c’è quel pizzico di fortuna che non guasta mai – spiega il team manager a Motosprint -. Il nostro lavoro è tenere tutto insieme cercando di personalizzare le esigenze dei piloti. Ovviamente la gestione dei piloti è diversa: hanno caratteri, età e personalità differenti. Cerchiamo di metterli a proprio agio, aiutarli con le loro carenze e valorizzarne le caratteristiche”.
La partnership Ducati-Pramac
Merito anche della stretta collaborazione con Gigi Dall’Igna e i vertici del costruttore emiliano, che hanno permesso di dotare il team privato di due moto ufficiali nelle ultime stagioni. “Con l’arrivo di Dall’Igna la moto è stata completamente rinnovata e in due anni ci hanno regalato una moto ufficiale. L’impegno è raddoppiato nel 2019… È un rapporto che ha dato risultati importanti, sia dal punto di vista tecnico che sportivo”. L’obiettivo è quello di promuovere i piloti nel team factory come avvenuto con Jack Miller e Pecco Bagnaia. “Ma speriamo anche che non ci sarà un turnover così veloce. Dato che ora in Ducati ci sono due giovani molto promettenti, non è necessario continuare a produrre nuovi talenti. Forse con quelli attuali si può ottenere qualcosa, visto che quando partono da qui vincono l’anno successivo”, sottolinea Guidotti.
Non si nasconde un certo ottimismo anche per quanto riguarda la corsa al titolo mondiale. “È una domanda un po’ complicata. Viviamo di gara in gara, ma a lungo termine è un po’ più difficile. In una squadra ufficiale ci sono piloti più esperti, se non altro perché hanno più esperienza, e accanto a loro c’è un gruppo di persone abituate a gestire la pressione e una stagione in tutte le sue sfaccettature”, ha concluso il team manager. Prossimo obiettivo è la vittoria: “Il nostro obiettivo ogni anno è fare una mossa per essere vicino agli ufficiali. Quando arriverà la vittoria sarà sempre troppo tardi, ma sarà sempre la benvenuta”.