Andrea Dovizioso sale per la prima volta sulla Aprilia nei test di Jerez de la Frontera: ecco i suoi primi tempi e le sue impressioni
È stato un primo contatto molto graduale, quello tra Andrea Dovizioso e l’Aprilia, con la quale ha fatto il suo ritorno in MotoGP per il primo test dopo il divorzio dalla Ducati alla fine della scorsa stagione. La prima giornata di prove sulla pista di Jerez de la Frontera è stata dedicata soprattutto a prendere le misure della moto. Del resto, Dovi ha una statura di almeno dieci centimetri più bassa rispetto ai piloti titolari della Casa di Noale, Aleix Espargarò e Lorenzo Savadori.
Per questo motivo si era già recato in fabbrica nei giorni scorsi, per trovare la giusta ergonomia con la sella, il manubrio e la pedana, e su questo stesso punto si è concentrato anche nelle sue iniziali uscite in pista. “L’Aprilia è molto diversa dalla moto che ha guidato fino a novembre”, ha spiegato il suo manager Simone Battistella ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Dopo cinque mesi senza una MotoGP questo era il giorno per ritrovare gli automatismi. Andrea non ha mai spinto, ha fatto solo una decina di uscite da quattro-cinque giri ciascuna”.
I tempi e le impressioni di Dovizioso sulla Aprilia
Ciononostante, qualche primo lavoro anche a livello tecnico il pilota di Forlì lo ha abbozzato. Inizialmente focalizzandosi sull’elettronica, per adattarla alle sue esigenze sul tracciato andaluso. Ma anche dando agli ingegneri le sue prime impressioni su telaio, motore e cambio, con la solita precisione che da sempre lo contraddistingue. “È una moto facile”, sarebbe stato, secondo le indiscrezioni, il suo sintetico commento sulla RS-GP.
E non è un caso, perché l’Aprilia ha cercato di realizzare una moto che non punta tutto sulla potenza, come la Ducati, bensì sull’agilità in curva, come la Yamaha. I tempi, come detto, non rappresentano un riferimento attendibile, visto che Dovizioso non ha cercato la prestazione. Ma le voci filtrate da Jerez parlano di un crono di 1:39.5, staccato proprio sul finale e con gomme usate.
Il che significherebbe che, alla prima volta, mettendo insieme appena una ventina di giri raggruppati in run da quattro ciascuno, il forlivese si sarebbe già avvicinato a 2.5 secondi da Stefan Bradl, anch’egli in pista con la Honda. Se questi sono i riscontri ottenuti senza neanche forzare, e per giunta con un feeling subito positivo, allora forse la Aprilia è davvero la moto giusta per lui.
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