Binotto spiega il motivo per cui i tifosi del Cavallino non devono temere la sua assenza al muretto Ferrari in diversi round del 2021.
Alla vigilia del GP dell’Emilia Romagna il boss della Rossa Mattia Binotto ha confermato che salterà alcuni appuntamenti del campionato in corso per seguire da vicino i lavori sulla vettura del 2022 già da tempo avviati.
D’altronde come per tutti anche per la Ferrari l’occasione della rivoluzione tecnica è troppo succulenta per essere mancata o presa sottogamba. Sebbene i progettisti siano scettici sulle chance di ribaltare lo status quo per via dei limiti di intervento sulle monoposto, è giusto che ogni squadra tenti il colpaccio.
Tornando al Cavallino, a proposito del probabile senso di smarrimento provato dalla scuderia negli appuntamenti in cui seguirà le attività da casa, l’ingegnere nato in Svizzera al comando ha tranquillizzato tutti definendo il Cavallino un meccanismo “ben oliato”.
Come più volte dichiarato dallo stesso 51enne l’obiettivo deve essere l’efficienza della gestione del team.
“L’equipe ormai funziona anche da sola. In ogni caso sarò presente a molte gare e in quelle in cui mancherò sarò collegato dal remote garage in fabbrica, quindi sarà come essere sul luogo”, ha spiegato ridimensionando la questione.
Effettivamente la sua assenza a Sakhir non sembra essere pesata particolarmente e il sostituto Laurent Mekies si è mostrato all’altezza del compito.
Intanto, malgrado sia necessario restare con i piedi per terra, nella prima giornata di azione a Imola, la SF21 ha dato l’idea di essere cresciuta rispetto all’appuntamento inaugurale del mondiale. Un’impressione che se confermata prima in qualifica e poi in corsa potrebbe rappresentare un’ottima notizia anche sul fronte organizzativo in prospettiva futura, in quanto dedicare più attenzione e risorse al 2022 potrebbe non essere penalizzante come paventato.
Chiara Rainis
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