Ancora una delusione per Rossi, che pare ai ferri corti col team e con la casa di Iwata. L’avventura in MotoGP passa anche per il suo team
Una scivolata che gli toglie la soddisfazione quantomeno di agguantare una top-ten che, in tempi di magra, vogliono comunque dire tanto. Portimao per Valentino Rossi è stato l’ennesimo weekend amaro. Per chi punta, anche per curriculum, a traguardi più ambiziosi un ko che fa male, ma comunque un motivo per accennare un timido sorriso c’è.
Risultati negativi ma Rossi pensa ancora positivo
Lo ha detto a inizio stagione: obiettivo lottare per le prime posizioni, quantomeno per il podio. Per ora i piani sono andati a farsi benedire. L’adattamento col nuovo team è lento, così come quello con la nuova M1. Quattro punti in tre gare sono un magro bottino. Mai tra i primi dieci, anche se in terra portoghese l’obiettivo era decisamente alla portata.
Rossi paga ancora il poco feeling con le morbide in qualifica, mentre qualcosa sul ritmo sembra averla trovata. Anche se, a dire il vero, quanta fatica ogni weekend per arrivare a vedere quantomeno una luce in fondo al tunnel.
“Dopo questa domenica posso dire di avere più fiducia. Forse la strada che ho imboccato è quella giusta”, ha detto il campione di Tavullia a fine gara. E lo speriamo davvero per lui, perché la decisione sul continuare o meno ancora un anno in MotoGP si avvicina sempre di più. L’estate è alle porte e servono risultati e una crescita decisa per non fargli dire basta.
Yamaha-Rossi-Petronas, triangolo pericoloso
Tra il Dottore e la Petronas c’è un contratto 1+1, ma i risultati diranno se il rinnovo s’ha da fare o meno. Il rapporto col team malese non è sembrato fin da subito dei più semplici. La voglia di puntare su talenti emergenti è sempre trasparita dalle parole del “gran capo”. L’arrivo di Rossi è sembrato quasi un’imposizione e il malumore non è stato neanche troppo celato.
Dopo la firma del contratto almeno a parole è tornata la calma, ma questo inizio di stagione di Valentino sembra avere di nuovo rimesso tutto in discussione. Così come il rapporto tra Rossi e Yamaha. La qualifica di ufficiale c’è, ma con i soliti problemi evidenziati dalla sua M1 hanno portato il campione di Tavullia a lanciare parole al vetriolo nei confronti della casa di Iwata.
Il rischio che qualcosa nel giocattolo si vada a rompere c’è. E che a trarne vantaggio possa essere Franco Morbidelli è tutto da vedere. E’ vero che l’italo-brasiliano scalpita per avere anche lui i gradi di ufficiale, ma rimane comunque un “puledro” nella scuderia della VR46. E la politica molte volte se ne frega dei risultati in pista. Se c’è da colpire qualcuno, lo si fa anche in maniera indiretta.
VR46-MotoGP, qualcosa si muove
Certo è però che Rossi si sta preparando il terreno per il suo futuro in MotoGP. L’obiettivo infatti da mesi è chiaro: portare la VR46, ora presente solo in Moto2, anche nella classe regina.
Uccio, amico fraterno di Valentino e che segue da vicino il progetto dell’Academy, qualche settimana fa ha ammesso: “Dobbiamo decidere se andare avanti con questo progetto, dipende dal budget che bisogna garantire per almeno 3 o 5 anni. Dopo Le Mans le cose si sapranno. Stiamo parlando con tutti, prima dobbiamo risolvere delle cose interne”.
Le ultime notizie però danno dell’inserimento di capitali arabi per sostenere l’impresa di Rossi in MotoGP. E qualora andasse in porto, il nove volte campione del mondo potrebbe anche dire addio a Yamaha e mettersi in proprio in tutto e per tutto. Chissà, per ora però il focus rimane la pista. Ma il tempo passa in fretta…
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