Servilismo e opportunismo in F1? Ecco cosa sta succedendo sullo sfondo del mondiale secondo un ex del paddock. 
Raccontata così sembra un po’ una barzelletta dai toni amari. A quanto pare lontano dalle telecamere si starebbe consumando un vero e proprio intrigo a danno, suo malgrado, di Vettel.
Protagonisti di questo gioco di potere, il manager più in vista della F1 degli ultimi anni Wolff e il magnate canadese Stroll che per far correre il figlio ha prima acquistato azioni della Williams e in seguito si è portato a casa l’intera ex Racing Point.
A svelare quanto sta accadendo è Colin Kolles, diventato ex amico del buon Toto a seguito di una lite occorsa alcuni anni fa e un tempo patron di quella che oggi conosciamo come Aston Martin.
“Era un mio socio in affari e anche se alcuni fingono di non saperne nulla lo portai io nel Circus”, ha confidato a Sport1.
C’è un conflitto di interessi?
A quanto pare la relazione tra il padre di Lance e il boss Mercedes sarebbe invece molto solida e legata a doppio filo. Voci dicono che con la scalata al celebre produttore britannico, il capo della ex Force India abbia agevolato l’ingresso del compagno di merende che, ad ora, avrebbe azioni nel team per un totale di 42 milioni di euro.
Secondo quanto affermato da Kolles, pur essendo il dirigente di Vienna un gran dritto dal forte fiuto degli affari, sarebbe lontano da livello del 61enne, evidentemente ancora più arguto.
“Bernie Ecclestone lo ha definito il cagnolino di Mr. Stroll“, ha dichiarato a proposito di Wolff.
Secondo il tedesco, a farne le spese di questo legame, per la verità non si sa per quale motivo, sarebbe Sebastian. “Quel duo assieme è molto pericoloso per lui. Ci sono in gioco molti fattori nel background”, ha buttato lì con una vena di mistero.
Si tratterà soltanto di favoritismo nei confronti del figlio, oppure qualcosa di più grande che ancora non conosciamo? 
Chiara Rainis
