La retromarcia in contromano con cui Lewis Hamilton è tornato in pista dopo la sua uscita nelle vie di fuga è stata molto delicata
Ha rischiato grosso, Lewis Hamilton, domenica, con quel fuoripista di cui è stato protagonista proprio sul più bello del Gran Premio dell’Emilia Romagna di Formula 1 a Imola. Per la precisione, al trentunesimo giro, quando stava inseguendo il leader Max Verstappen e cercando di doppiare George Russell, ma ha allargato troppo la traiettoria ed è uscito alla Tosa.
Intanto ha rischiato di rimanere insabbiato o di finire la sua gara contro le barriere, portando così a casa zero punti. Ma istintivamente è riuscito ad innescare la retromarcia, uscire dalle vie di fuga e tornare sull’asfalto. “Non è stato facile”, ha raccontato. “Tenevo premuto il pulsante e ci è voluto un sacco di tempo perché entrasse la retro. Non pensavo che avrebbe funzionato. Se non ci fossi riuscito, probabilmente sarei ancora lì”.
Hamilton graziato dai commissari: ecco perché
Ma con quella manovra in contromano Hamilton ha rischiato anche in un altro senso: di provocare un incidente pericoloso con le altre vetture che sopraggiungevano. Tanto che alcuni osservatori si sono chiesti se il sette volte campione del mondo non si fosse comportato in modo addirittura irregolare.
La Federazione internazionale dell’automobile, dal canto suo, non ha aperto alcuna indagine, poiché non ha ravvisato alcuna violazione del regolamento: che, in effetti, proibisce di andare in retromarcia nella corsia dei box, ma non in pista. Purché tutta la manovra si svolga in maniera sicura, come in effetti è accaduto.
“Ascoltando le comunicazioni radio, si sente che il suo team gli ha costantemente indicato in che punto fosse”, ha spiegato il direttore di gara Michael Masi. “Noi valutiamo caso per caso e, in quella particolare circostanza, non ho considerato che ci fosse una ragione di segnalarlo ai commissari”.
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